di Pablo Petrasso
LAMEZIA TERME Ai più il dubbio è sorto quando, nell’ordinanza post-bocciatura al Tar, è apparsa l’espressione «funghi epigei». Sabato sera – senza voler scomodare il «far del tenebre» di Giuseppe Conte – Jole Santelli ha deciso di rilanciare. Dopo lo stop ai tavolini all’aperto per bar e ristoranti, la Calabria ha scelto di riaprire ad altre attività. Nuove libertà si affacciano all’orizzonte. E – la presidente lo ha ammesso in una delle sue apparizioni televisive – alcune sono ispirate alle idee di altre Regioni. Forse per non replicare lo scontro con il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia, sono apparsi – nella «nuova ordinanza Santelli sugli stili di vita delle famiglie calabresi» – stili di vita già “riattivati” ad altre latitudini e non finiti nel mirino del governo. Evitiamo impugnative e diamo comunque un segnale: lettura buonista. Copia e incolla: interpretazione dei maligni.
Di certo c’è che il primo a mandare i cittadini a «funghi epigei» in pieno maggio è stato Michele Emiliano. Era l’8 maggio, un giorno prima dell’ordinanza firmata da Santelli. Stesse parole, stesso risultato: «È consentito – alle persone fisiche in possesso di apposito permesso nominativo o tesserino di idoneità regionale – lo spostamento nell’ambito del territorio della Regione Calabria, per la ricerca e la raccolta di prodotti spontanei della terra (piante non legnose, frutti, funghi epigei e tartufi), a condizione che l’attività di ricerca e raccolta si svolga nel rispetto delle norme sul distanziamento sociale e comunque di tutte le norme di sicurezza relative al contenimento del contagio da Covid-19, nonché secondo le modalità previste dalle leggi vigenti per ciascuna categoria di prodotti».
Dal 9 maggio si torna anche a fare sport. Anche in Emilia, ma dal 4 dello stesso mese. Anche in questo caso l’ispirazione è piuttosto chiara. «È consentita l’attività sportiva anche all’interno di strutture e circoli sportivi, se svolta in spazi all’aperto che consentano il rispetto del distanziamento ed evitino il contatto fisico tra i singoli atleti. Resta sospesa ogni altra attività collegata all’utilizzo delle strutture di cui al periodo precedente compreso l’utilizzo di spogliatoi, palestre, piscine, luoghi di socializzazione, bar e ristoranti», la formula scelta dalla presidente Santelli. Uguale uguale a quella adottata dal collega Stefano Bonaccini.
Anche per la pesca, si farà “alla romagnola”: qui il concetto è riformulato con qualche contraddizione. Questo il passaggio riservato all’attività nell’ordinanza Santelli del 9 maggio: «Nel rispetto dell’art. 1 lett. F) del Dpcm 26/04/2020 è consentito svolgere individualmente sul territorio regionale le seguenti attività: – pesca sportiva e ricreativa sia da terra sia in acque interne sia in mare nel rispetto della normativa vigente in merito all’esercizio della pesca sportiva e ricreativa, svolta da persona abilitata all’esercizio della pesca sportiva e ricreativa in possesso di copia della comunicazione effettuata ai sensi del Decreto ministeriale 6 dicembre 2010. L’attività potrà essere svolta con un massimo di due persone conviventi e con rientro obbligatorio nella stessa giornata». Nella premessa l’attività si svolge «individualmente», più avanti «con un massimo di due persone conviventi». In Emilia Romagna, invece, funzionerà così.
E sempre da un atto di Bonaccini firmato il 6 maggio (quello firmato da Santelli è del 9) arriva l’idea per un’altra “ripartenza”: «Sono consentiti all’interno dell’intero territorio regionale, in forma individuale o insieme a persone conviventi, gli spostamenti delle persone fisiche per fare la spesa». Anche in questo caso l’ispirazione è chiarissima. D’altra parte bisogna pur ripartire da qualcosa. E il Tar ha dimostrato che le idee “originali” rischiano di scontrarsi con le norme.
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