di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Senza un lavoro e senza dignità. Questa notte il quarantenne Davide Agrippino ed il quarantacinquenne Carmine Pontelli sono saliti sulle ciminiere dei turbogas – a 100 metri d’altezza – della Centrale Enel di Rossano, dove rimarranno almeno fino a domattina, per protestare e manifestare tutto il loro dissenso, dopo 36 mesi di «prese in giro». Così i due definiscono la vicenda, iniziata più di vent’anni fa con un contratto a tempo indeterminato per una delle aziende dell’indotto Enel. Poi, nel 2016 il patatrac. Il colosso energetico – che sta smantellando il sito rossanese dopo la chiusura – chiede ai due di cambiare azienda e da lì ne nasce un peregrinare di contratti a tempo determinato alternati alla disoccupazione.
Situazioni, per i due, insostenibili perché con una famiglia monoreddito a carico – due figli Davide, tre Carmine – diventa impossibile sbarcare il lunario.
Ed allora, da questa notte rimarranno abbarbicati alle ciminiere dei turbogas fin quando non torneranno ad avere un contratto a tempo indeterminato. È questo il loro obiettivo.
«Il lavoro c’era e a noi hanno raccontato fandonie. Ci dicevano che stava finendo ed invece dopo di noi hanno assunto altra gente – racconta Carmine Pontelli –. Nulla contro quei lavoratori ma crediamo che la nostra anzianità di servizio avrebbe dovuto avere un peso anche in termini di esperienza».
I due lavoratori, tecnici specializzati, sono disposti a tutto pur di avere indietro il loro lavoro, anche a «gesti estremi» dettati dalla disperazione. Rimarranno a quell’altezza fin quando riceveranno risposte concrete.
Sul posto sono arrivati anche i sanitari ed i vigili del fuoco di Corigliano Rossano.
Al telefono non usano mezzi termini e vanno dritti al sodo. Il tono di voce è perentorio e da quanto affermano non sembrano intenzionati di cedere un solo millimetro. «Dopo oltre venticinque anni di lavoro essere costretti a ritrovarsi per strada è vergognoso. Siamo stati contattati da qualche responsabile – confessa poi Carmine – ma delle belle parole non sappiamo cosa farcene. Quando avremo sottoscritto il contratto a tempo indeterminato, e solo allora, scenderemo da qui».
«PASSERANNO LA NOTTE SULLA CIMINIERA» Gli aggiornamenti della serata, dopo una mattinata turbolenta, nel frattempo, non lasciano presagire nulla di buono. Sullo stato della vertenza è intervenuto Giuseppe Guido, segretario comprensoriale della Cgil Sibaritide-Pollino Tirreno.
«I lavoratori – ha spiegato – resteranno ancora sulle ciminiere e si preparano a passarci la notte. Nonostante la disponibilità dell’assessore al Lavoro, Tatiana Novello, a poco è servita la riunione con Enel rappresentata da Rossella Sirianni. Enel pur mostrando una volontà di risolvere la vicenda nel medio periodo aveva dato disponibilità ad incontro risolutore per martedì prossimo (19 maggio, ndr). Una attesa così lunga è stata rigettata perché, nonostante l’emergenza coronavirus, è davvero inspiegabile dal punto di vista sociale».
Giuseppe Guido specifica poi che le parti stanno lavorando ad una videoconferenza nelle prossime ore. «Abbiamo più volte chiesto ad Enel di farsi carico di una soluzione veloce della vicenda – ha continuato il sindacalista – sia per questioni di sicurezza ed anche perché, nonostante le attività di sola messa in sicurezza in corso, i due lavoratori meritano che si onorino gli impegni con una assunzione a tempo indeterminato comunque legata al cantiere della centrale. Apprezziamo l’impegno della amministrazione cittadina, spesasi per organizzare un prossimo incontro utile a costruzione un effettivo cronoprogramma delle attività e che tenga conto anche delle tempistiche contrattuali dei lavoratori storici dell’indotto. Ciò per evitare una volta per tutte – ha concluso Giuseppe Guido – il ripetersi di manifestazioni di protesta eclatanti grazie alla garanzia di diritto e lavoro». (l.latella@corrierecal.it)
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