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Caos tamponi, il 118 di Cosenza: «Non è nostro compito processare i tamponi»

«Non vogliamo medaglie o riconoscimenti. Evitateci gli schizzi di fango che non meritiamo». Dalla Centrale operativa arrivano circa i protocolli da seguire in occasione dei test per le persone rien…

Pubblicato il: 12/05/2020 – 20:20
Caos tamponi, il 118 di Cosenza: «Non è nostro compito processare i tamponi»

COSENZA «Non vogliamo medaglie o riconoscimenti. Evitateci gli schizzi di fango che non meritiamo» tanto scritto, tanto detto. Il personale medico del 118 è travolto dalle polemiche sollevate dalla denuncia presentata dal parlamentare Francesco Sapia circa le inefficienze sulla elaborazione dei tamponi per le persone rientrate in Calabria e chiarisce quelle che sono le circostanze che attengono le proprie funzioni. L’audio che squarcia il velo di Maya circa l’efficacia della regione nel processare il tamponi si ritiene riconducibile proprio ad un operatore del 118, motivo per il quale i soccorritori sono finiti nell’occhio del ciclone. «Il 118 di Cosenza dal primo evolversi della pandemia di Covid-19 si è da subito messo a disposizione del Dipartimento di prevenzione con delle azioni necessarie per favorire il monitoraggio dei tamponi nei confronti dei cittadini» spiega una nota diramata dalla centrale operativa coordinata dal dottore Riccardo Borselli. Nel deposito della struttura sanitaria di Serra Spiga, dove si trovano i frigoriferi in cui sono conservati i tamponi, si ritiene che siano conservati circa 600 tamponi. Il freezer, composto da due scompartimenti, nella sezione che arriva a 4° può contenere i tamponi per un massimo di cinque giorni, nello scompartimento che arriva fino a meno 70° i test possono essere conservati anche qualche giorno in più. «Il direttore della centrale operativa del 118, non appena appresa la notizia divulgata dai media ha subito redatto e inviato una relazione conoscitiva al dottor Giuseppe Zuccatelli commissario dell’Asp di Cosenza che governa il dipartimento di Prevenzione». I contenuti non sono resi pubblici ma saranno utili a chiarire a tutte le parti coinvolte nella vicenda eventuali responsabilità. «Nell’opera di lavoro comune ci siamo offerti in modo volontario nel custodire una parte dei tamponi vergini da analizzare e abbiamo messo a disposizione le automediche necessarie al trasporto del personale sanitario impiegato nella raccolta dei tamponi – spiega Riccardo Borselli -. Abbiamo anche messo a disposizione un nostro locale dove poter installare un frigo a temperatura controllata in modo da poter consentire alle diverse equipe che in perenne azione nel periodo dell’emergenza hanno potuto trovare nella nostra sede operativa 24 ore su 24, sia nei giorni di festa che di notte, un luogo sicuro e sempre disponibile al deposito. Abbiamo con piacere e spirito di servizio assolto all’impegno di trasportare i tamponi in deposito in dei frigoriferi portatili che sono stati consegnati ai diversi laboratori virologici che di volta in volta venivano indicati e decisi dal Dipartimento di Prevenzione dell’Asp».
LA CATENA DI COMANDO Non è competenza del 118 processare i tamponi. Medici e paramedici, in questi due mesi di pandemia hanno realizzato i controlli a tappeto «Il dipartimento di Prevenzione, fin dall’inizio dell’emergenza ha organizzato l’equipe sanitarie che hanno effettuato i tamponi – spiega Borselli –. Segnaliamo che alcuni operatori del nostro 118 hanno partecipato a questa attività per spirito di servizio come volontari e fuori del loro normale orario di lavoro». Il resto è tutto deciso dai protocolli che i dipartimenti di prevenzione hanno messo appunto con le regioni. Tutto nero su bianco nelle ordinanze e nei documenti con cui si definisce come affrontare l’emergenza in Calabria. «I pazienti cui effettuare i tamponi e i laboratori di virologia dove andavano processati sono sempre stati scelti dal Dipartimento e mai dal 118. Considerata la bagarre mediatica in atto ho comunicato al Commissario dell’Asp, che se ritiene opportuno il 118 di Cosenza è subito disponibile a cedere al Dipartimento di Prevenzione fino alla fine dell’emergenza il frigorifero a temperatura controllata per la custodia dei tamponi».

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