CATANZARO Sarebbero «notizie false e tendenziose» quelle contenute nell’audio-messaggio che il parlamentare del M5S Francesco Sapia ha allegato a un esposto inoltrato a tutte le Procure calabresi riguardo all’ipotesi che un grosso numero di tamponi sia stato congelato in una struttura del Cosentino.
«NOTIZIE INFONDATE» La risposta della Regione, firmata dal direttore generale del dipartimento Tutela della Salute Antonio Belcastro arriva a qualche ora dalla denuncia e prova a ricostruire il quadro della situazione riguardo ai test effettuati dalle autorità sanitari.
«Con riferimento ad un audio-messaggio diffuso in data odierna, ripreso anche sui media, di un sedicente operatore del 118 che denuncia “…. i giochini che stanno facendo alla regione Calabria per non processare i tamponi che vengono eseguiti alle migliaia di persone che sono rientrate in questi ultimi giorni dal nord…..”, la Regione Calabria evidenzia che si tratta di notizie false e tendenziose, manifestamente infondate e tese a denigrare l’immagine di una regione che, invece, ha risposto brillantemente all’emergenza coronavirus», dice il manager nell’incipit.
«I TAMPONI IN CORSO DI LAVORAZIONE SONO 1.500» Poi Belcastro fa i conti: «A oggi sono circa 1.500 in tutta la Regione i tamponi in corso di lavorazione, così ripartiti: 500 circa presso il Pugliese, 500 all’Asp di Reggio Calabria e 500 presso la Centrale operativa del 118 dell’Asp di Cosenza. Tutti i campioni risultano custoditi sulla scorta della circolare del Ministero della Salute del 22 gennaio 2020, che prevede la conservazione degli stessi fino a 5 giorni a una temperatura di 4°». I laboratori di microbiologia accreditati dalla Regione – spiega ancora Belcastro – «stanno processando quotidianamente circa 1.300 tamponi, con una media di 10.000 a settimana. Finora risultano processati oltre 45.000 tamponi».
«PROCURATO ALLARME» Il quadro è ovviamente mutato nei giorni scorsi per via dell’«importante numero di rientri dalle altre Regioni, avvenuti nella scorsa settimana». Questo «ha comportato un impegno ulteriore dei laboratori che riusciranno a garantire, comunque, il rispetto dei tempi previsti dalla circolare ministeriale del 22 gennaio 2020». «In ogni caso – chiosa la nota – il Dipartimento “Tutela della salute” ha già provveduto ad informare le competenti autorità giudiziarie al fine di valutare l’esistenza di eventuali ipotesi di reato, anche rispetto al procurato allarme».
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