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«Ferrovia jonica, milioni "fermi" per colpa della Soprintendenza». La denuncia di Caracciolo

L’ex sindaco di Rossano punta l’indice contro l’organo del ministero per i beni culturali, reo a suo dire, di bloccare con «cavilli risibili, l’ammodernamento della tratta Sibari-Catanzaro-Lamezia …

Pubblicato il: 13/05/2020 – 7:35
«Ferrovia jonica, milioni "fermi" per colpa della Soprintendenza». La denuncia di Caracciolo

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO
Cinquecento milioni di euro – per così dire – fermi al “palo”, più diversi altri milioni di investimenti pubblici e privati bloccati «per cavilli burocratici risibili».
La denuncia – e le parole nient’affatto morbide – contro la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Catanzaro, Cosenza e Crotone è dell’ex sindaco di Rossano, Tonino Caracciolo, uno di quelli che da geologo rinomato conosce “vita, morte e miracoli” della regione. La sua critica di kantiana ispirazione, si basa su due elementi trascendenti: i lavori della ferrovia jonica e gli investimenti pubblico-privati sul territorio.
«ELETTRIFICAZIONE FERMA PER CAVILLI BUROCRATICI» Da almeno cinque mesi l’elettrificazione della rete ferroviaria jonica, rimasta ai tempi di Vittorio Emanuele II, sarebbe letteralmente ferma al palo nella zona di Corigliano. Nel senso che la posa dei tralicci sui quali poi “viaggerà” l’elettrificazione della tratta, sarebbe bloccata per un «sofisma» della Soprintendenza per questioni di paesaggio.
«Da quanto mi risulta – spiega Caracciolo al Corriere della Calabria – la posa dei pali per l’elettrificazione della linea ferroviaria jonica sarebbe ferma in zona Corigliano a causa di un intervento della Soprintendenza circa compatibilità paesaggistiche».
Com’è noto nel 2018 Rfi e Regione Calabria hanno finanziato un investimento di 500 milioni di euro per l’elettrificazione della tratta Sibari-Catanzaro-Lamezia Aeroporto, con annesso ricambio delle “traverse” su cui poggiano i binari – erano davvero rimaste alla seconda parte dell’800 – e la ristrutturazione delle stazioni. Il progetto, presentato proprio a Corigliano a fine agosto 2018 dall’ex governatore Mario Oliverio e Trenitalia, sembra camminare troppo a rilento. Attualmente i lavori stanno riguardando il rifacimento della Stazione di Rossano – quella di Corigliano è stata completata l’anno scorso – mentre, come accennato, la posa dei tralicci per l’elettrificazione sarebbe in fase di stallo. Una volta completata l’opera di ammodernamento della ferrovia jonica – chissà quando anche se la stima è il 2022 – sulla tratta potranno viaggiare anche le Frecce seppur a velocità ridotta.
«MILIONI DI INVESTIMENTI FERMI» Caracciolo prosegue la sua crociata contro la Sovrintendenza. «Qualora non bastassero le motivazioni risibili che hanno stoppato i lavori messi in cantiere da Rfi, v’è una significativa aggravante nelle responsabilità. Solo a Corigliano Rossano ci sono progetti di enti pubblici e privati per milioni di euro, fermi per i medesimi motivi: mesi e mesi e mesi per ottenere un’autorizzazione, un nullaosta della Sovrintendenza. Tutto questo è una vergogna – tuona in conclusione l’ex sindaco di Rossano – perché quegli investimenti pronti e chiusi nei cassetti da anni potrebbero offrire una sana boccata d’ossigeno all’economia locale. L’apertura di cantieri si tradurrebbe in lavoro per tanta gente in un periodo storico tremendo». (l.latella@corrierecal.it)

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