CORIGLIANO ROSSANO È il calabrese Giuseppe Novelli il genetista del policlinico di Tor Vergata, già rettore dell’Università fino al 2019, che annuncia gli anticorpi che neutralizzano il Covid-19.
In una intervista rilasciata a Corriere.it, Novelli riferisce gli esiti di un progetto internazionale in collaborazione con Pier Paolo Pandolfi della Harvard University, e con Sachdev Sidhu del Toronto Recombinant Antibody Centre.
«Se l’Aifa desse il via libera si avrebbero i primi risultati nel giro di due mesi» spiega il genetista rossanese. «Aspettando il vaccino, che ha tappe e tempi ben precisi, dobbiamo usare tutte le armi che abbiamo a disposizione contro il coronavirus. E questa è un’arma che potrebbe rivelarsi importante».
Il progetto internazionale che lo vede coinvolto, si basa sulla genetica del virus. «Sono stati individuati dieci anticorpi monoclonali (copia di un’unica molecola, proveniente da una sola cellula) sintetici dalla “libreria” canadese e di questi tre sono risultati buoni per la loro capacità di legarsi alla proteina spike del Covid-19».
In sostanza se gli anticorpi si legano a questa proteina «neutralizzano il virus. Un po’ come una chiave e una serratura. Una volta limata la prima, questa è in grado di bloccare la seconda».
Novelli spiega anche che in vitro questa sperimentazione ha offerto buoni risultati ed «ora siamo pronti per portarlo nella fase della sperimentazione clinica, che è già partita in Canada e in India. Vorremmo iniziarla anche in Italia, una volta ottenuta l’approvazione dell’Aifa. Stiamo preparando il dossier da inviare».
Il processo in fase di studio, secondo il genetista nato a Rossano, è parallelo al meccanismo sul plasma, prodotto dall’uomo, rispetto a questo che sarà “sintetizzato”. Si bypasserebbe, così, la ricerca di un donatore guarito dal coronavirus, anche perché «la donazione è restrittiva e non tutti i guariti possono e vogliono farla, ed il processo di separazione dal sangue è lungo».
Per Novelli, insomma, la sperimentazione di questi anticorpi potrebbe partire presto se l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, darà il suo nullaosta «e nell’arco di un paio di mesi sarebbe conclusa, dal momento che si fa su soggetti malati».
Il policlinico Tor Vergata, conclude Giuseppe Novelli, «sarà in prima linea al fianco dello Spallanzani con cui da mesi combattiamo questa battaglia. E poi magari si potrebbe pensare ad un altro centro nel nord Italia». (lu.la.)
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