di Roberto De Santo
CATANZARO Traffico dimezzato, riduzione drastica dei collegamenti su rotaia e gomma, calo vistoso dei passeggeri. Dovrebbero essere queste le conseguenze drammatiche del lockdown scattato nella prima fase dell’emergenza coronavirus in Calabria. Effetti che dovrebbero poi ripercuotersi anche nelle successive fasi più acute del post pandemia. Almeno a giudicare dagli operatori turistici e dalle associazioni di categoria del trasporto locale di persone che hanno denunciato importanti flessioni nei flussi di viaggiatori verso e sulla nostra regione già in atto e che proseguiranno anche nel prossimo futuro. Ad iniziare dalla stagione estiva ormai alle porte. Tanto da mettere in crisi diverse realtà produttive che operano nel comparto del trasporto e soprattutto nel ramo del turismo.
E mentre il mondo produttivo denuncia questa situazione emergenziale per la Regione Calabria si registra tutt’altra storia almeno nel settore della mobilità su rotaia. Anzi, stando alle previsioni contenute nella delibera n.35 – varata dall’esecutivo retto dal presidente Jole Santelli nella seduta del 9 aprile scorso – pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Calabria, sarebbe cresciuta sensibilmente la necessità di collegamenti ferroviari all’interno del territorio regionale.
In particolare, stando alle lettura dell’atto proposto dall’assessore al ramo, Domenica Catalfamo, per alcuni percorsi c’è addirittura la necessità di implementare i collegamenti tanto da garantirne il raddoppio. In barba appunto agli effetti del coronavirus sul territorio e dunque conseguentemente sulla mobilità lungo le tratte ferrate della regione. Così avviene che proprio per soddisfare questa conclamata nuova richiesta di collegamenti sia necessario richiedere una integrazione al contratto di servizio sottoscritto con Trenitalia Spa, società che gestisce il traffico nazionale su rotaia in Calabria.
Seguendo quelle indicazioni, la giunta regionale ha così disposto la necessità di coprire un incremento della produzione annua di chilometri-treno da 6.200.000 del 2019 a 6.380.000 dell’anno in corso. Dunque 180mila chilometri in più nonostante gli effetti sulla mobilità dei passeggeri che – stando alle disposizioni di prevenzione dalla diffusione del virus – avrebbe viceversa dovuto comprimerne la domanda.
Ed invece avviene che venga predisposta una “Integrazione al programma pluriennale del Trasporto pubblico locale” già per il 2020. Appunto l’anno della crisi nera del trasporto per il calo previsto delle presenze turistiche e il contingentamento degli spostamenti dei residenti.
CORSE DA INCREMENTARE Scendendo nel dettaglio della delibera e degli annessi allegati tecnici finalizzati a fornire gli indirizzi ad ArtCal (Autorità regionale trasporti della Calabria)per sottoscrivere il contratto di servizio con Trenitalia per godere dei servizi ferroviari, emerge appunto la necessità di incrementare le corse. A tal fine nella relazione illustrativa si ipotizzano due scenari alternativi o «l’inserimenti di servizi su relazioni di medio-breve distanza in prossimità delle principali aree urbane della regione» ovvero «l’inserimento di un collegamento veloce sulla principale relazione del trasporto ferroviario regionale, Cosenza-Reggio Calabria centrale (che connette quattro dei sei nodi di I e II livello della rete regionale: Cosenza, Lamezia Terme, Vibo Valentia, Reggio Calabria) e nei limiti della disponibilità alcune azioni di cui all’alternativa 1».
Ebbene, tra i due scenari viene prescelto il primo ed escluso il secondo perché, si motiva, «l’inserimento nelle fasce di punta di un servizio veloce sulla relazione Cosenza-Reggio Calabria richiederebbe una valutazione più attenta in relazione al cadenzamento già esistente e all’impatto che tale modifica (sulla linea più importante del servizio ferroviario regionale) dovrebbe avere sull’offerta delle altre linee, tenuto conto delle coincidenze a “orologio” previste».
Proprio a seguito di questa scelta si opta così con l’incremento di alcune corse. Ed in particolare: «tre coppie di corse aggiuntive nei giorni feriali dal lunedì al venerdì sulla relazione Reggio Calabria Centrale-Villa San Giovanni, caratterizzata da un elevato numero di passeggeri nello scenario attuale e nello scenario in progetto». Inoltre si richiede l’attivazione di «una coppia di corse aggiuntiva nei giorni feriali dal lunedì al venerdì sulla relazione Reggio Calabria Centrale-Melito Porto Salvo caratterizzata da un elevato numero di passeggeri nello scenario attuale e nello scenario di progetto». Ed ancora «una coppia di corse aggiuntiva nei giorni feriali dal lunedì al venerdì sulla relazione Paola-Cosenza, caratterizzata da un elevato numero di passeggeri nello scenario attuale e nello scenario di progetto». Ed infine «una coppia di corse aggiuntiva nei giorni feriali dal lunedì al sabato sulla relazione Lamezia Terme Centrale-Catanzaro Lido-Locri, in maniera tale da colmare alcuni vuoti di offerta sulla linea Lamezia Terme centrale-Catanzaro Lido e di offrire un servizio ferroviario che metta in connessione diretta la costa ionica fra Locri e Catanzaro con l’importante nodo di Lamezia Terme». Dunque si incrementano corse e sevizi ferroviari nonostante la flessione in atto del traffico passeggeri legati all’esplosione della pandemia.
RITARDI NELLA PROGRAMMAZIONE Una decisione tra l’altro adottata non tanto sulla base di un programma attuale di ripresa della cosiddetta fase 2 e poi fase 3 dell’evoluzione delle epidemia in Calabria. Ma per colmare un ritardo di diversi mesi che la Regione aveva accumulato nella fase di programmazione dei servizi ferroviari sulla rete statale. Leggendo, infatti, nel dettaglio emerge che questi documenti varati qualche giorno addietro dalla giunta Santelli in realtà risalgono a dicembre del 2019. Ed in particolare la versione poi approvata e pubblicata sul Burc del 14 maggio scorso reca la data del 13 dicembre 2019. Decisamente molto prima che la pandemia si abbattesse come uno tsunami sull’economia locale devastando in particolare il settore turistico con ripercussioni pesantissime anche sulla domanda di mobilità ferroviaria della regione. Alla luce soprattutto delle misure di contenimento della diffusione del virus che hanno avuto e continueranno ad avere conseguenze sulle necessità di mobilità sul trasporto pubblico locale. Ma il contratto di servizio doveva essere comunque stipulato e la burocrazia per quanto lenta sia, deve comunque procedere a prescindere da qualsiasi altro evento accada. Anche se catastrofico come quello generato dalla pandemia. (r.desanto@corrierecal.it)
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