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Clochards multati a Reggio. «A pagare non possono essere gli “ultimi”»

Il laboratorio politico “Patto Civico” interviene sulla vicenda delle denunce ad alcuni senzatetto per occupato alcune stanze del “Girsaole” ed erano stati segnalati per accattonaggio molesto. «Com…

Pubblicato il: 17/05/2020 – 9:57
Clochards multati a Reggio. «A pagare non possono essere gli “ultimi”»

REGGIO CALABRIA I FATTI Il fatto risale a questo 16 maggio (ve lo avevamo raccontato qui) e racconta di 5 denunce spiccate nei confronti di senzatetto che avevano creato vere e proprie stanze “di fortuna” all’interno del “Girasole”. Questi, inoltre, erano stati più volte segnalati per episodi di accattonaggio molesto. Agli stessi è stato inoltre donato dalla polizia un borsone pieno di indumenti.
LA NOTA DI “PATTO CIVICO” «Abbiamo appreso che alcuni clochards sarebbero stati multati perché occupavano spazi pubblici senza autorizzazione. Nel corso della giornata il Comandante della Polizia Municipale ha dichiarato che si trattava di clandestini. Questa notizia fa tristemente riflettere. E’ sempre stato difficile coniugare la legalità con la giustizia sociale, la vera giustizia». Così si legge in una nota del comitato di coordinamento del laboratorio politico “Patto Civico” sull’accaduto.
«In un tempo così difficile – continua – in cui persino per bollette e multe vengono dilatati i tempi per onorare il debito, per loro, gli “ultimi”, invece la scadenza è inesorabile. Come Laboratorio politico Patto Civico pensiamo che una “buona politica” sia quella che guarda a tutti i cittadini e chiede in base a quanto ciascuno ha. Oggi, in un tempo particolarmente difficile, con una pandemia in corso, con voce ancor più forte chiediamo al Comune di Reggio Calabria di rivolgere uno sguardo benevolo a coloro che non hanno nulla. Sono anni, ormai, che varie associazioni chiedono la concretizzazione di alcune misure, oggi improcrastinabili. Assegnare i numerosi alloggi popolari a chi non ha casa e ne ha diritto in base al numero di componenti familiari, le disabilità, l’assenza di reddito e quant’altro. Oggi lo chiediamo ancora una volta: che vengano verificati i requisiti di coloro che da decenni occupano le case popolari e che chi non ha più diritto ceda l’alloggio a chi questo diritto lo ha da tempo senza trovare risposta. Una scelta difficile ma coraggiosa. E va fatta».
Il comitato ricorda inoltre che «dallo scorso anno dalle stesse associazioni è stata avanzata richiesta di attivazione della struttura di Pietrastorta per ospitare i senza tetto, fondamentale nel periodo invernale. Ma ancora non si è avviata. Pertanto, che la stessa pazienza usata nei confronti dell’Ente locale competente a prendersi cura dei suoi abitanti “nessuno escluso mai” (come insegnatoci da don Italo Calabrò), venga utilizzata nei confronti di quella, tanta, povera gente che, davanti alle difficoltà della vita, non sa proprio che fare. A maggior ragione non ci fa onore arrivare addirittura a multarli. La pandemia, ove ce ne fosse bisogno, ci ha insegnato che dobbiamo camminare insieme, solidali gli uni con gli altri. Perché il “bene di tutti” è realizzato quando tutti stanno bene, hanno garantiti i diritti minimi e quanto necessario per vivere in modo dignitoso. E nel caso qualcuno non possa assicurarselo in autonomia, è la comunità se ne fa carico. Oggi, dopo l’esperienza Covid-19, che ha graziato la nostra terra assolutamente impreparata ad una possibile pandemia, abbiamo il dovere di riorganizzare i servizi cittadini, perché la legalità, accompagnata alla “pietas”, si traduca nella tanto auspicata giustizia sociale».

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