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Fase 2, l'omaggio dei parrucchieri di Crotone al collega morto per Covid-19

Commemorazione davanti al negozio di Giovanni Leone nel giorno della ripartenza. «Attenzione totale per la sicurezza. Finalmente si riapre dopo mesi di fitti e spese a vuoto». Pochi clienti e gross…

Pubblicato il: 18/05/2020 – 12:57
Fase 2, l'omaggio dei parrucchieri di Crotone al collega morto per Covid-19

CROTONE È iniziata con un omaggio ad un parrucchiere deceduto a causa del coronavirus la riapertura delle attività commerciali a Crotone. Tutti i colleghi di Giovanni Leone, morto a 43 anni, si sono ritrovati davanti all’ingresso del suo negozio per una commemorazione silenziosa e commossa (la foto sopra è tratta dal sito wesud.it).
Quella della categoria dei parrucchieri era la riapertura più attesa in città. «Abbiamo potuto organizzarci – dice Rino Oppido, referente di Fenimprese – e lavoreremo solo su appuntamento indossando tutti i dispositivi di protezione previsti. L’attenzione sarà massima». In tutti i saloni e centri di bellezza ci sono delle persone.«Probabilmente è più complicato per noi che per i nostri clienti – sostiene Michela Lappanese del centro Donna Moderna – stiamo più a disinfettare che a fare acconciature. Il timore c’è sempre, ma non vedevamo l’ora di aprire anche perché fino ad oggi abbiamo pagato fitti e spese a vuoto».
POCHI CLIENTI E GROSSE PERDITE «Abbiamo aperto ma l’affluenza non c’è. Noi che avevamo già aperto per i bambini siamo un po’ più organizzati dei colleghi perché le linee guida sono arrivate troppo in ritardo. Per fortuna sono meno restrittive di quello che era stato annunciato». Marcello Sacchetta del negozio Bfashion di Crotone appare piuttosto sconfortato.
«Noi nel negozio – prosegue – prendiamo tutte le precauzioni. Diamo ai clienti maschere e guanti perché provino i capi solo in questo modo. C’è però incertezza, c’è paura e pochi soldi. Ripartire non è facile perché i volumi di cassa si fanno in base al numero di clienti che entra. Non abbiamo avuto alcun tipo di aiuto per i costi sostenuti comunque. Se va bene ai saldi riusciremo a recuperare qualcosa, altrimenti la perdita è secca».
Non va meglio al negozio Mas di Saverio e Giuseppe Masellis. Si tratta di un’attività specializzate negli abiti da cerimonie. «Il settore è il più penalizzato – dice Saverio Masellis – perché avevamo 60 matrimoni, tutti spostati ad altra data. Tutta la collezione è rimasta invenduta. Avevamo acquistato anche già abiti per alcuni matrimoni anticipando i soldi e poi ci siamo ritrovati nel lockdown. Noi ci siamo esposti ma ci sono rimasti gli abiti invenduti. Siamo a zero fatturato, i costi rimasti e quando siamo tornati per organizzare l’apertura abbiamo scoperto che ci hanno tagliato il telefono per il mancato pagamento di bollette e ridotto la potenza elettrica nonostante le promesse del governo».
«In questo momento – aggiunge – non possiamo neppure usare il pos per eventuali pagamenti elettronici perché siamo senza linea. L’idea è di convertire il negozio, ma oltre ai problemi di liquidità per acquistare la merce ci sono anche problemi di fornitura perché i produttori sono rimasti fermi».

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