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«Nulla di nuovo sotto il sole, nonostante il Covid»

di Franco Scrima*

Pubblicato il: 18/05/2020 – 10:31
«Nulla di nuovo sotto il sole, nonostante il Covid»

C’è in circolazione un virus all’apparenza innocuo, molto meno pericoloso del Covid-19, che non colpisce la persona ma infetta la politica. È universalmente conosciuto come “virus da onnipotenza”.
I sondaggi dicono che in Calabria la popolazione non vede di buon occhio gli effetti della cura finora praticata perché non avrebbe dato finora i risultati sperati; anzi il dato percentuale non solo non accenna a stabilizzarsi, quanto miete vittime in numero preoccupante. Si manifesta con il solito cliché: proporre un messaggio apparentemente inoffensivo per poi farlo assimilare nel variegato mondo in cui si articola la realtà.
Legittima la volontà di rendersi utile agli “amici” e, ancora di più, di far sembrare doverosi i tentativi di sistemare coloro che “disinteressatamente” si sono spesi in campagna elettorale per affermare il successo del politico di turno. Tuttavia suscita scandalo quando dalla sfera di cristallo emergono casi che riguardano alcuni (i più “vicini”, i più intimi) dimenticandosi, quasi sempre dopo le elezioni, delle loro stesse promesse per cambiare in meglio il sistema Paese.
In effetti la storia ci insegna che sarebbe surreale ritenere che una persona che ha scelto come professione la politica, si possa ricordare degli impegni assunti, sicché diventa ineluttabile che a beneficiarne alla fine siano sempre i “soliti amici” o, al più, gli “amici degli amici”. Abitudini e comportamenti che non sono soltanto da condannare, ma anche disdicevoli, perché presuppongono che ci si possa servire del “bene comune” per fini personali; per dare risposte a coloro che si sono spesi in “attenzioni”, andando a bussare alle porte di conoscenti e amici distribuendo “santini” e propagandando l’onestà inviolabile del candidato da loro sostenuto. Un sistema che definirlo sconveniente è eufemistico e produrrebbe scompensi nelle intelligenze delle persone.
Anche in Calabria, regione disincantata, notizie di questo genere ingenerano sfiducia e risentimento. E, in alcuni casi, è anche possibile che si trasformino in preoccupazione se aggiunte, come sta accadendo, ai gravi episodi conseguenti alla pandemia da Covid-19. Perché, mentre il virus si spera che possa essere abbattuto da un vaccino l’emergenza economica, il bisogno, la povertà sarà difficile combatterli, pertanto sono destinati a rimanere saldamente impressi nella memoria della gente che non accetta gesti e prepotenze che provengono da certa politica. C’è il rischio di uno strascico che può interessare le future scadenze elettorali, sia per i protagonisti, sia per lo schieramento politico che li candida e li sostiene. Ancora peggio se si dovesse scoprire, com’è probabile che accada, che sotto le ceneri delle decisione prese, covavano accordi per la spartizioni di posti di lavoro da destinare agli amici.
Ed ecco che ritorna, prepotente, la considerazione che l’opinione pubblica ha di certa classe politica; se non di tutta, di buona parte di essa, che spesso determina disistima ed è una delle cause che determinano l’astensione dal voto. Nonostante ciò, il “favore” continua ad essere motivo predominante tra candidati ed elettori. Il tornaconto è un sentimento che sovrasta ogni cosa, non fa persino escludere la clientela che assai spesso fa la differenza.
È un modo di agire di una certa fascia di candidati, alla quale importa poco della storia di questo Paese, dei valori delle lotte sociali, della Resistenza, dei tanti morti caduti per la causa, del diritto al lavoro. Dimentichi che quegli accadimenti hanno fatto nascere e crescere la democrazia! Ecco perché essa va difesa senza sconti per alcuno!
Il nostro è un Paese che ha bisogno di attenzioni particolari, perché lotta per rimettersi la retta via attraverso i valori e le tradizioni degli italiani onesti e laboriosi. Che vuole fare l’impossibile pur di mettere all’indice gli untori di un sistema il cui fine è di considerare il sistema stesso come un grande vassoio di portata nel quale poter allungare le mani persino in maniera disinvolta; che non intende più consentire ad alcuno di nascondere talune recenti vicende che riguardano il completamento degli staff di noti e meno noti personaggi che siedono sugli scranni del Consiglio regionale della Calabria. Soggetti che, nelle settimane scorse, hanno arruolato autisti, amministrativi, collaboratori e segretari senza alcun criterio se non quello di sceglierli tra coloro che gli sono stati vicini e li hanno “lavorato” in campagna elettorale. Il principio è quello della riconoscenza, del “disobbligo”. E così sono stati distribuiti incarichi che saranno retribuiti con denaro pubblico. Tutto nella norma, come da consuetudine. Tutto secondo il detto latino del “do ut des” che non vuol dire “figli di p.”, ma semplicemente “dare per ricevere”.
*giornalista

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