di Gaetano Megna
CROTONE Emergenze rifiuti e acqua. Il primo giorno del “tutti fuori” nella città pitagorica è stato caratterizzato da due emergenze: manca l’acqua da due giorni e ci sono cumuli di spazzatura sparsi in molti punti della città. C’è stata una brutta rottura della condotta idrica gestita dal Corap e la distribuzione dell’acqua in città è avvenuta a singhiozzi.
La rottura si è verificata in località Iannello e l’intervento è andato avanti per due giorni di fila. In sostanza, la rottura della condotta ha interrotto il conferimento dell’acqua grezza all’impianto di depurazione. Solo cento litri al secondo sono stati garantiti dall’invaso di Sant’Anna. Una quantità insufficiente per soddisfare il bisogno di acqua in tutte le case.
Il Congesi, consorzio che gestisce il sistema idrico integrato a Crotone, ha utilizzato i 100 litri al secondo distribuendoli in tutti i quartieri, a turno. Solo per alcune ore, quindi, l’acqua è arrivata nelle case e non in tutte le zone. Secondo quanto ha riferito il presidente del Congesi, Claudio Liotti, il ritorno alla normalità è previsto per la giornata di domani.
L’intervento di ripristino della condotta sarebbe stato portato a termine, ma ora c’è bisogno del tempo necessario per riempire i serbatoi e mandarli in pressione. Sino a domani il disagio non verrà meno. Più complessa la situazione dei rifiuti, perché in prospettiva non si intravvede una soluzione praticabile. Al momento per strada, secondo calcoli fatti dall’Akrea, società che si occupa della raccolta e conferimento dei rifiuti, ci sarebbero circa 200 quintali di monnezza.
Il problema è legato al fatto che non si sa dove portarli per responsabilità non addebitabili ad Akrea. Non è una novità il fatto che in tema di rifiuti la Calabria non è abituata a programmare e le questioni vengono sempre affrontate sulla spinta dell’emergenza. È anche un classico che, nel tempo, la Regione ha fatto pagare a Crotone un prezzo altissimo, al di là della coalizione che, nel momento dell’emergenza, governava la Calabria. Sotto la spinta dell’emergenza si punta sempre su un aumento della capienza della discarica di Columbra. La proposta addirittura parte dai sindaci delle altre città calabresi, che non vogliono discariche nel loro territorio. Crotone è l’anello debole probabilmente perché non ha e non ha avuto una classe politica che l’ha saputa difendere. Anche per l’attuale emergenza la proposta di puntare sulla discarica di Columbra è stata avanzata. E’ tornata l’emergenza e anche a Crotone i rifiuti restano per strada. In questo momento c’è un altro elemento di debolezza per la città pitagorica, rappresentato dal fatto che ancora non c’è stato l’insediamento del nuovo presidente dell’Akrea, Gianluca Giglio, nominato lo scorso 27 aprile. Giglio è tornato a Crotone da Bologna lo scorso 6 maggio. Lo stesso giorno ha fatto il tampone e solo nelle ultime ore finalmente è arrivato il risultato (negativo al Covid-19). Giglio si insedierà mercoledì prossimo.
Le emergenze dell’acqua e dei rifiuti sono esplose in una particolare situazione climatica. La colonnina di mercurio oggi è salita sino a 29 gradi. Sudore, olezzo di spazzatura e mancanza di acqua sono una miscela esplosivo. Intanto l’associazione Crotone ha scritto una lettera al commissario prefettizio, al commissario dell’Asp e al comandante dei vigili urbani per segnale che nel quartiere Poggio Pudano i sacchi di immondizia non vengono raccolti da settimane. (redazione@corrierecal.it)
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