CATANZARO «Apprendiamo con stupore e sgomento che la Giunta avrebbe previsto di tagliare le risorse finanziarie per la Legge regionale n. 8 del 2018 in materia di relazioni tra la Regione Calabria, i calabresi nel mondo e le loro comunità, da 300.000,00 euro a 30.000,00 euro». Inizia così la lettera indirizzata al presidente della Regione, Jole Santelli, da parte della Consulta dei “Calabresi nel mondo”. «Crediamo sia importante e doveroso – continuano i firmatari – informarla dell’evoluzione delle relazioni tra la Regione Calabria e i Calabresi nel mondo negli ultimi anni che ha portato alla nomina della Consulta dei Calabresi all’Estero con decreto presidenziale n. 31 del 30 marzo 2016 e successivamente ribadito dalla Legge n. 8. Nella scorsa legislatura noi consultori ed esperti rappresentanti dei Calabresi nel mondo, unitamente alla dirigente dott.ssa Gina Aquino, alla responsabile dell’ Ufficio Emigrazione dott.ssa Anna Barcellini prima e alla dott.ssa Annalisa Mazzei da un anno circa, con il supporto mai venuto meno del consigliere Orlandino Greco e del prof. Carlo De Rose, abbiamo preso atto che la Legge e le modalità delle relazioni tra la Regione Calabria e i Calabresi nel mondo erano vetuste e inadeguate, ancor più perché ispirate da una politica “assistenziale” che mirava a sostenere gli organismi organizzati, associazioni e federazioni, nelle loro attività classiche, fortemente condizionate da una visione nostalgica e passiva della terra d’origine, delle proprie radici e di ogni forma di identità della Calabria. Consci delle endemiche difficoltà che attanagliano la nostra regione e della straordinaria risorsa che i Calabresi nel mondo rappresentano, abbiamo stimolato e sviluppato il confronto ideologico per riscrivere regole e modalità delle relazioni, sulla base di una visione che valorizzasse una effettiva sinergia finalizzata al riscatto dell’immagine “Calabria” oltre alla realizzazione di un vero e proprio partenariato di reciproco interesse economico, alla modernizzazione delle attività e alla organizzazione strutturale degli interventi. Un passo decisivo che potremmo definire epocale, un salto di qualità che assume il senso di una ideale piattaforma sulla quale innestare le attività del futuro. Ci teniamo a sottolineare che abbiamo profuso sforzi intensi e costanti, sostenendo anche costi economici, animati da un amore incrollabile per la nostra Calabria, per tenere vivo il rapporto con i nostri corregionali all’estero, nonostante la dotazione finanziaria di 300.000, 00 euro fosse già di per sé irrisoria a fronte di attività rivolte ad una comunità di almeno 7 milioni di calabresi sparsi nel mondo. Il primo impegno è stato il rinnovamento della Legge, strumento alla base della grande conversione dei rapporti bilaterali. Il secondo passaggio è stata la forte diminuzione degli aiuti “a pioggia” palesemente non utili alle finalità della Legge a favore della promozione di progetti che avessero impatto significativo sulle comunità e sulle popolazioni di accoglienza. Infine, abbiamo cercato di individuare nuovi modelli di operatività, declinabili in modalità chiare e proficue, in linea con gli obiettivi della Legge ma anche con linguaggi, azioni e ruoli al passo con i tempi e recepibili dalle nuove generazioni. La invitiamo a prendere visione del lavoro svolto soprattutto in termini di ritorno d’immagine della Calabria e, ancora più importante e significativo, degli accordi reciproci presi con diverse Camere di Commercio e con le Università estere. Siamo molto preoccupati che un lavoro di tale portata, quantitativa e qualitativa, possa venire vanificato da un provvedimento che appare incomprensibile. Non si risolve la crisi sanitaria o la situazione economica della nostra regione tagliando il 90% dei fondi ai Calabresi nel mondo. Tale decurtazione equivale, di fatto, alla cancellazione del dialogo con la Consulta e, cosa ancora più umiliante, alla negazione della considerazione politico-giuridica, morale e sociale dei calabresi nel mondo come cittadini con pari diritti. Un atto politico grave, a nostro avviso, che ci offende e calpesta la nostra dignità. Non possiamo dimenticare le speranze che hanno infuso in tutti noi le sue parole dopo la sua brillante elezione a Governatrice, quando affermava di voler ascoltare i calabresi nel mondo e ne riconosceva ruolo e potenzialità. La richiesta è che «venga rivista la decisione, per noi inaccettabile, di un provvedimento che azzera ogni possibilità di dialogo e cancella con un sol colpo di spugna tutto il lavoro profuso sin ora. Chiediamo di essere consultati e ascoltati, unitamente ai funzionari regionali di competenza, per mettere a sua disposizione il prezioso lavoro svolto finora e per porre la basi per il lavoro futuro. Chiediamo, soprattutto nell’interesse della Calabria, che venga riaffermato con forza e concretezza il ruolo pro attivo che i Calabresi nel mondo possono rappresentare nel difficile percorso di rilancio».
I nomi dei Firmatari:
Antonio Galati, Svizzera Stefano Scuncia, Milano
Franco Perrotta, Brasile Vince Daniele, Australia
Giovanni Chieffallo, Canada Berenice Vilardo, Belgio
Tony Umberto Turano, Stati Uniti Francesco Rotundo, Argentina
Tortorella De Bonis, Uruguay Francisco Rossi, Colombia
Daniela Callea, Canada Salvatore Riggio, Australia
Tommasina Isabella, Svizzera Franco Serratore, Roma
Nicolas Nocito, Uruguay Carmela Tursi, Argentina
Tony Mittiga, Australia Olga La Rosa, Argentina
Martino Princi, Australia Luigi Patitucci, Stati Uniti
Tommaso Ferraro, Francia Salvatore Tolomeo, Milano
Sergio Gaudio, Stati Uniti Elio Orsara, Giappone
Daniella Santoro, Brasile Julio Croci, Argentina
Alessandra Morales, Colombia Basilio Policaro, Canada
Carmine Motta, Brasile Tony Brusco, Stati Uniti
Menotti Mazzuca, Canada Pietro Cuzzola, Pisa
Corrado Bosco, Brasile
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