CATANZARO «E’ urgente il rilancio del sistema aeroportuale calabrese. La regione Calabria metta in campo soluzioni concrete, utili al rilancio del settore, quest’ultimo indispensabile per la ripartenza dell’economia regionale». Lo afferma il segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo. «La Regione – prosegue – si impegni altresì ad un rafforzamento politico con la Sacal, e si aumenti la capacità economica mediante le misure introdotte dalla Commissione europea per mezzo di un quadro temporaneo che, insieme a molte altre misure di sostegno consentono agli Stati membri di avvalersi pienamente della flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato, al fine di sostenere l’economia nel contesto dell’epidemia di Covid-19. Mentre, sul fronte nazionale, il governo valuti opportunamente lo stato di marginalità in cui versa la Calabria, riconoscendole la necessità di rendere efficace la continuità territoriale per un effettivo rilancio sui mercati, mediante il finanziamento delle Leggi per la continuità territoriale riferita a Reggio Calabria e Crotone rispettivamente L.289/2002 e L.350/2003». Intanto, continua il sindacalista, «si registrano molteplici cancellazioni di voli in precedenza programmati per la stagione estiva da parte delle compagnie low cost diretti a Reggio Calabria, Lamezia e Crotone, diventando in tal modo sempre più necessario un maggiore impegno da parte di Alitalia che, al cospetto dei preannunci dei giorni scorsi, dovrà certamente garantire il servizio verso le aree più disagiate ed isolate dal resto del paese. Il dato registrato – sostiene Biondo – certifica il fatto che il territorio calabrese abbia un deficit dettato dalle frequenze dei servizi offerti dai vari vettori di trasporto, rispetto ad altre direttrici sature al punto tale da aver creato nel passato una domanda minore al cospetto dell’offerta commerciale (vedi i collegamenti tra le aree collegate dall’asse verticale centro-nord Italia). Visto il nuovo decreto del 17.05.2020, si rinvia ulteriormente l’apertura degli scali calabresi in precedenza chiusi “temporaneamente», per il contenimento della possibile diffusione del Covid, in un momento in cui l’Italia prova a rialzarsi di fronte al limite di dover camminare a velocità differenti, su base geografica. Basti pensare anche all’offerta commerciale delle Imprese Ferroviarie operanti in Calabria, che ancora non supera in modo esaustivo il precedente ridimensionamento. Anche questo caso crea senza dubbio uno spaccamento del paese con aree servite dai vettori di trasporto in modo impari e non adeguato ad un’effettiva ripresa».
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