CATANZARO «Se aziende e partite iva non ricevono i contributi e i lavoratori non ricevono la cassa integrazione, c’è un’impresa che non ha mai smesso di ricevere puntualmente i finanziamenti del governo: la ‘ndrangheta. Sono all’ordine del giorno le inchieste che svelano come il reddito di cittadinanza finisca puntualmente nelle tasche di boss e manovalanza delle cosche mafiose, giusto per arrotondare i proventi dell’attività criminale». È quanto afferma il segretario della Commissione Parlamentare Antimafia, Wanda Ferro, di Fratelli d’Italia. «Stamattina gli esiti dell’inchiesta svolta dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria – prosegue Wanda Ferro – che ha scoperto come 101 tra boss e gregari delle cosche risultino percettori del sussidio, tra questi anche i figli di quello che è definito dagli inquirenti il “Pablo Escobar italiano”, Roberto Pannunzi, unanimemente considerato dagli investigatori italiani e statunitensi come uno dei più grandi broker mondiali della cocaina. Con i cinque stelle al governo i mafiosi hanno vinto alla lotteria: fuori dal carcere e con la paghetta dallo Stato».
«Questa è la conseguenza all’atteggiamento di assoluta chiusura alle proposte di Fratelli d’Italia che chiedeva di rendere più stringenti i controlli sull’erogazione del sussidio, per evitare che finisse, come avviene puntualmente, nelle tasche di criminali, narcotrafficanti, ex terroristi e mafiosi», conclude Wanda Ferro che annuncia una interrogazione per chiedere al governo quanti casi sono finora emersi di indebita percezione del reddito di cittadinanza, cosa non ha funzionato nel sistema dei controlli, e se e a quanti percettori sia stata offerta una proposta lavorativa e quanti di questi l’hanno rifiutata o accettata.
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