LAMEZIA TERME I lavori del Terzo Megalotto della statale 106 come paradigma dell’Italia che riparte dopo l’emergenza sanitaria. La trasmissione di Radio Uno “Giorgio per giorno” se n’è occupata oggi (qui il podcast). Gli spunti sono l’intervento del premier conte sul Dl Semplificazioni e l’inaugurazione del cantiere che collegherà Sibari a Roseto Capo Spulico. Grandi numeri per l’infrastruttura: 38 chilometri, 1,3 miliardi di investimento complessivo, sei anni di lavori, 1.500 lavoratori impiegati a regime. Li ha ricordati il giornalista del Corriere della Calabria Pablo Petrasso, intervenuto nel corso della trasmissione condotta da Eleonora Belviso, Francesca Ceci e Mauro Zanda. «Una delle prime tracce dell’opera è un comunicato dell’Anas che dà il via libera all’opera e conta sulla possibilità di avviare i lavori rapidamente grazie alle procedure semplificate della Legge Obiettivo: era il 23 dicembre 2003. Diciassette anni dopo si inaugura il cantiere, ma in Calabria di queste inaugurazioni ne abbiamo viste tante, arrivare alla conclusione dell’opera è una questione totalmente diversa, ce lo insegnano i lavori infiniti sulla Salerno-Reggio Calabria». Due i nodi emersi: i dubbi avanzati dagli ambientalisti e la necessità di sottoporre tutta la filiera dell’appalto a controlli antimafia stringenti. La scelta della realizzazione di un tracciato ex novo è stata al centro di critiche nel corso degli anni, da parte delle associazioni ambientaliste come la Raspa (Rete autonoma Sibaritide e Pollino per l’autotutela) che chiedevano lavori meno impattanti dal punto di vista paesaggistico ed è finita nel mirino di una parte del Movimento Cinquestelle. Prima del cambio della guardia al ministero delle Infrastrutture, quando il dicastero era retto da Danilo Toninelli, si era parlato di una rivisitazione del progetto, in seguito messa nel cassetto con l’arrivo di Paola De Micheli, ministra che ha inaugurato i lavori chiedendo al prefetto di Cosenza Cinzia Guercio di «proteggerli da chi non vuole bene alla Calabria». E sarà questo uno dei grandi temi: come spingere i lavori e preservarli dagli appetiti della criminalità organizzata. Argomento rilanciato sia dal premier che dal procuratore nazionale antimafia. «Servono protocolli stringenti, si è parlato molto dell’esempio di Genova e del suo modello – ha detto Petrasso – ma prima di replicarlo in Calabria sarà bene prestare attenzione a infiltrazioni che qui hanno interessato tutte le grandi opere». Semplificare, però, è necessario. E proprio il caso della Jonica è, per Piero Petrucco, vice presidente dell’Ance, significativo in questo senso: «Per la statale 106 sono stati necessari più di mille giorni solo per i passaggi al Cipe, sono tre anni. E in generale, per un’opera pubblica in Italia più di metà del tempo viene perso in passaggi burocratici».
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