di Fabio Papalia
CATANZARO Con la “Cittadella” sullo sfondo nel corso di una diretta facebook il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha annunciato fumata bianca sull’emergenza rifiuti al termine della riunione tenuta da una delegazione di sindaci della Città Metropolitana con il capo di gabinetto della presidente della Regione Calabria e col capo struttura dell’assessore all’Ambiente. I sindaci del Reggino hanno ottenuto 60 tonnellate in più (30 ciascuno) per i comprensori della Locride e della Piana, che così possono conferire in discarica pressoché la totalità del loro fabbisogno giornaliero, e un “lasciapassare” per la Puglia dove i comuni di Reggio e dell’Area dello Stretto potranno conferire il loro intero fabbisogno.
«E’ stata una riunione – ha spiegato Falcomatà – alla quale noi sindaci abbiamo di fatto rappresentato le nostre perplessità, i nostri dubbi, rispetto all’ordinanza che è stato pubblicata ieri sera. Stamattina si è riunita la conferenza metropolitana dei sindaci, abbiamo discusso e abbiamo deciso all’unanimità di venire qui e ottenere un incontro con i vertici regionali. Non erano presenti né la presidente né l’assessore tuttavia ci siamo confrontati coi tecnici perché quello che è previsto in questa ordinanza non risolve il problema della raccolta dei rifiuti stasera. Proprio per questo la richiesta di un incontro per capire, oltre le cose previste nell’ordinanza, come rispondere ai cittadini che ci domandano “quando verranno raccolti i rifiuti dalla strada”. La Regione ci ha fatto vedere qual è la loro idea per ritornare a raccogliere i rifiuti per strada».
L’ACCORDO Mostrando un foglio Falcomatà ha riepilogato l’accordo trovato al tavolo regionale. La Locride, che ha un fabbisogno di 155 tonnellate e che dalla nuova ordinanza poteva scaricarne 100, con soli 40 di scarti di lavorazione, ha ottenuto altre 30 tonnellate, così come la Piana, che ha un fabbisogno di 130 tonnellate e che dall’ordinanza di ieri poteva scaricarne 100 con 40 di scarti. Sia Piana che Locride conferiranno i rifiuti nella discarica di Celico.
Via libera invece all’emigrazione fuori regione per il capoluogo e i comuni dell’Area dello Stretto, che potranno conferire tutto il rifiuto indifferenziato, l’intero fabbisogno che ammonta a 130 tonnellate, in una discarica in Puglia.
Per Falcomatà il mastello è mezzo vuoto, bene la soluzione per Locride e Piana ma quella per la Puglia al momento resta solo una strada lastricata di buone intenzioni: «Abbiamo ottenuto 60 tonnellate in più per la nostra provincia, Siderno e Gioia, che significa riuscire a far respirare tutti i comuni della Città Metropolitana. Rimane la grande incognita della Puglia, perché intanto non era prevista all’interno dell’ordinanza, l’abbiamo appresa oggi pomeriggio. Fino a stamattina leggendo l’ordinanza non era previsto».
I COSTI Non serve Google Maps per rendersi conto che la Puglia non confina neanche con la Calabria: «Portare i rifiuti in Puglia – ha affermato Falcomatà – non è la stessa cosa che portarli a Crotone. Pretendiamo che i costi in più per il trasporto dei rifiuti in Puglia siano a carico della Regione Calabria e non siano caricati sui comuni della Città metropolitana quindi non siano caricati sui cittadini della Città metropolitana».
«Questo è quello che abbiamo chiesto – ha riepilogato Falcomatà – e mi auguro ottenuto. Se mi chiedete – ha detto rivolto ai follower in diretta – se stasera riprenderà la raccolta vi dico di no perché ancora non ci hanno comunicato ufficialmente la possibilità di poter riprendere la raccolta ma mi auguro che sia soltanto questione di ore e non di giorni. Abbiamo rappresentato ai dirigenti regionali l’urgenza di poter risolvere il prima possibile questa situazione. Con quello che prevedeva questa ordinanza avremmo potuto soltanto raccogliere il 50% del rifiuto ordinario prodotto dalle nostre città, ecco perché siamo venuti qui oggi pomeriggio, per garantire almeno tutto il turno ordinario, garantire almeno di poter recuperare quello che giornalmente producono le nostre città».
Resta il cruccio di non essere stati nemmeno ricevuti dalla Santelli e Di Caprio, ma Falcomatà non demorde: «Avevamo bisogno di avere delle autorizzazioni, avevamo bisogno che la regione producesse questa ordinanza. Siamo riusciti a correggere in parte alcune cose che non ci convincevano, adesso l’augurio – ha concluso – è di poter avere un dialogo e un’interlocuzione istituzionale non tanto con la parte amministrativa ma anche con la parte politica, perché ci sono scelte che passano esclusivamente da valutazioni di indirizzo politico e le istituzioni si devono confrontare su questo». (redazione@corrierecal.it)
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