di Fabio Papalia
REGGIO CALABRIA «Con questa ordinanza la montagna ha partorito il topolino. L’ordinanza non risolve i problemi, da un lato taglia i rapporti con la discarica privata di Crotone, dall’altro li allaccia con un’altra discarica privata, nel cosentino, che è sempre di proprietà della stessa società che gestisce la discarica privata di Crotone. Allo stesso tempo impone alla Città Metropolitana bene sette adempimenti per riattivare la discarica di Melicuccà da fare in 20 giorni. In sostanza si chiede ai sindaci di fare in 20 giorni quello che nessun governo regionale e neppure il commissario per l’emergenza rifiuti in questi 20 anni ha mai fatto. Ci si chiede infine anche di individuare un sito temporaneo di stoccaggio con tempi lunghi che non ci consentono di rispondere oggi alle esigenze dei cittadini». Con queste parole il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha sintetizzato i punti emersi dalla conferenza dei sindaci della Città Metropolitana tenuta stamani sull’emergenza rifiuti. Al termine dell’assemblea Falcomatà ha tenuto una conferenza stampa insieme ai sindaci di Campo Calabro, Sandro Repaci, Melicuccà, Emanuele Oliveri, e Roghudi, Pierpaolo Zavettieri.
Dopo avere scritto alla Santelli un documento approvato all’unanimità, i sindaci tornano alla carica con una ulteriore decisione che – assicura Falcomatà – anche in questo caso verrà approvata all’unanimità dai componenti dell’assemblea, che elenca le criticità e chiede con forza un incontro con la presidente della Regione Calabria.
«E’ un’ordinanza tardiva, parziale – spiega Falcomatà – che sancisce il primato della burocrazia sulla politica. Abbiamo bisogno di risposte urgenti, sapere stasera se i nostri camion potranno raccogliere i rifiuti e proprio per questo la conferenza dei sindaci metropolitani approverà un documento col quale si chiederà un ulteriore incontro alla presidente regionale e all’assessore all’ambiente perché con questa ordinanza continuiamo a essere in sofferenza e ad oggi sono 21 giorni che questa sofferenza permane».
L’ordinanza regionale, dunque, viene contestata nel merito e nel metodo: «Prima di approvare questa ordinanza – ribadisce Falcomatà – ci saremmo aspettati quantomeno di essere avvisati, ci saremmo aspettati di essere coinvolti perché i sindaci conoscono le problematiche del territorio e possono dare anche la loro visione dei fatti e dei suggerimenti. Questa ordinanza è stata fatta dall’alto senza nessuna condivisione, senza nessuna partecipazione dei sindaci dei territori. Peraltro avevamo letto dai giornali che c’era un’ipotesi Puglia, non so se fosse una notizia falsa o forse si sono resi conto che non era percorribile, quindi si è cambiato idea in corso d’opera. Fatto sta – riepiloga il sindaco metropolitano – che non sappiamo tra quanto la città metropolitana potrà scaricare in questa discarica privata nel cosentino, ma questa discarica potrà accogliere 300 delle 800 tonnellate di rifiuti che i comuni calabresi producono ogni giorno. Quindi con questa ordinanza non soltanto non garantiamo l’ordinario, perché potremo raccogliere circa il 40-50% dei rifiuti ordinari, ma aumenterà il rifiuto per strada e oggi abbiamo superato le 6 mila tonnellate di rifiuti presenti nelle strade dei comuni della Città Metropolitana, con questa ordinanza il problema andrà a crescere». (redazione@corrierecal.it)
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