CATANZARO Il ricorso al Tar della proprietà della “Domus Aurea” contro la decisione dell’Asp di Catanzaro di sospendere «il procedimento di formazione del contratto anno 2020» effettua un paragone tra quanto accaduto nella struttura di Chiaravalle e la gestione dell’emergenza Covid a Villa Torano. In particolare, per i legali della casa protetta del Catanzarese, l’Asp di Cosenza sarebbe intervenuta, mentre quella di Catanzaro non avrebbe collaborato. «Da quanto notoriamente riferito agli e dagli organi di stampa – si legge nel ricorso –, nella Rsa del cosentino l’Asp è intervenuta nella gestione dell’emergenza fornendo tutto quanto fosse necessario e di fatto sostituendosi alla proprietà nella gestione. L’Asp è altresì intervenuta in loco con strumentazione diagnostica, Tac mobile» e «chiaramente la diversa gestione dell’emergenza ha evitato le degenerazioni invece verificatesi all’interno della struttura di Chiaravalle Centrale».
L’avvocato Elisabetta Saffioti, legale di fiducia della Rsa Villa Torano, in una nota, ritiene opportuno effettuare alcune precisazioni, «al fine di chiarire il corretto andamento degli eventi che hanno coinvolto la struttura assistita».
In particolare, si chiarisce che, «nell’emergenza del focolaio epidemico scoppiato a Villa Torano, la struttura ha assicurato con proprio personale sanitario (diurno e notturno) e parasanitario la situazione sin dal primo momento non attingendo da alcuna graduatoria e per nessuna figura. L’affiancamento degli specialisti dell’Asp di Cosenza è avvenuto dopo 4 giorni dall’esplosione del focolaio e solo dopo che i Nas avevano relazionato sullo stato della struttura che, poi, in sole 24 ore, aveva anche approntato tutti i percorsi separati per pazienti positivi e negativi, allestito le aree per la vestizione e svestizione dei Dpi, dotato la clinica degli ulteriori dispositivi di protezione previsti in caso di Covid positivi. Si specifica altresì che la richiesta di medici specialisti all’Azienda sanitaria è stata fatta solo ed esclusivamente per valutare lo stato clinico dei pazienti, tutti asintomatici ed in buone condizioni, come ratificato dagli stessi nel verbale della visita del 18 aprile. Nessuna Tac mobile è stata mai posizionata a Villa Torano così come i farmaci utilizzati sono stati tutti forniti dalla Farmacia della struttura e dal costante rapporto con i medici di famiglia dei pazienti; struttura che si è fatta carico anche delle spese per l’attivazione del servizio di telemedicina per restare in collegamento con gli specialisti dell’Azienda sanitaria di Cosenza e con cui interfacciarsi in caso di necessità, fermo restando che la responsabilità e la decisione di ogni atto medico era ed è, ancora, sempre in capo al medico responsabile della struttura».
«In conclusione – continua la nota –, a Villa Torano è stato messo in atto quanto oggi recepito dal decreto legge n.34 del 19 maggio u.s. nel quale, all’art.1, è previsto un nuovo modello per potenziare l’assistenza territoriale e cioè che le regioni provvedano a potenziare, presso le rsa e le altre strutture residenziali, le attività di sorveglianza attiva e di monitoraggio anche mediante la collaborazione di medici specialisti in relazione alla esigenza di tutela delle persone assistite. Proprio ciò che è stato fatto a Villa Torano, dove la sinergia tra il privato e il pubblico ha anticipato quanto oggi è diventato legge e può rappresentare un modello da replicare soprattutto se dovesse verificarsi il ritorno della pandemia nel periodo autunnale resa ancora più complicata dalla comprensenza delle sindromi influenzali che, presentando la medesima sintomatologia iniziale, provocheranno un assalto agli ospedali al manifestarsi del primo sintomo. Bisognerà quindi farsi trovare pronti con servizi e strutture per lasciare agli ospedali il trattamento dei casi gravi di insufficienza respiratoria o per gravi patologie correlate. Sperando di aver chiarito al meglio le vicende che hanno interessato Villa Torano, cogliamo l’occasione per ribadire che la tristezza e la tragicità di quanto accaduto sull’intero territorio nazionale debbono servire da monito per un futuro improntato a sempre maggiore solidarietà e cooperazione tanto tra le strutture private quanto tra queste e gli enti pubblici di competenza».
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