di Michele Presta
CATANZARO Risaliranno la strada statale 106, poi ognuno prenderà una direzione diversa. Taranto, Bari o altre città dove si trovano gli impianti di trattamento meccanico biologico operanti sul territorio regionale pugliese. Stiamo parlando della tratta che faranno i camion della nettezza urbana. Il sistema calabrese è praticamente in default e conta sull’intervento della Puglia per evitare che i cumuli di rifiuti indifferenziati ammassati in piccole e grandi città della regione diventino progressivamente parte del decoro urbano. La delibera adottata dalla giunta guidata da Michele Emiliano il 19 maggio scorso, non è stata ancora pubblicata, dunque per i dettagli bisognerà ancora aspettare, ma il governatore rispondendo al Corriere della Calabria, ha chiarito alcuni aspetti, primo tra tutti quello di natura organizzativa. «Abbiamo solo dato la nostra disponibilità per il momento – dice Emiliano –. Tra Calabria e Puglia non esiste alcun piano». Un’operazione di soccorso, neanche mutuo, perché in base alle informazioni del presidente pugliese intese e denari dovrebbero passare in base agli accordi che le aziende della nettezza urbana calabrese faranno con quelle pugliesi. «Le aziende calabresi faranno accordi con chi vogliono – aggiunge –» e lo stesso si dovrebbe fare con i canoni di conferimento. Circa le quantità il presidente della Regione Puglia ha spiegato che «complessivamente si potranno accettare 600.000 tonnellate». È questo il tetto massimo, non di più. Anche perché l’idea della giunta è quella di smaltire i rifiuti prodotti in Calabria ma allo stesso tempo evitare che insorgano delle situazioni di emergenza evitando che il rodato sistema pugliese collassi.
«NO AI RIFIUTI DELLA CALABRIA» Certo è che se in terra calabra la disponibilità di Emiliano è stata accolta come la trasformazione in oro della monnezza da parte di un Re Mida, così non è stato per i pugliesi. Molti di loro hanno palesato il loro disappunto rimarcando come questo sacrificio da parte della regione fosse ampiamente evitabile. C’è sempre qualcuno più a sud di noi, era il vecchio adagio di Luciano De Crescenzo e dunque la polemica è bell’e servita. Gli ecologisti tarantini militanti nei Verdi, non usano il fioretto per intervenire nella polemica. «Le scelte sbagliate degli altri non devono ricadere sulla nostra provincia» dichiarano dopo aver letto la nota della giunta regionale della Puglia. «Nella delibera si legge che i conferimenti dovranno rispettare i limiti delle capacità delle strutture autorizzate ed evitare l’insorgere di situazioni di emergenza nella gestione dei rifiuti prodotti in Puglia: prescrizioni che hanno il sapore di una beffa, viste le autorizzazioni di ampliamento date in passato alle due discariche in questione» scrivono ancora. Ma a queste parole fanno seguito e proseliti anche quelle di cittadini che, come spesso accade, palesano la loro contrarietà su gruppi di comitati spontanei che fanno il tam tam sui social network. La discarica di Massafra in provincia di Taranto, quella più vicina in termini di chilometri in Calabria, è finita nell’occhio del ciclone anche perché un consigliere in quota Pd (dunque di maggioranza nella giunta Emiliano) aveva il 20 maggio tranquillizzato tutti dicendo che si trattava di fake news. Cosa non vera, come conferma Michele Emiliano, ma prima di lui l’atto di indirizzo adottato dalla giunta e miccia che innesca anche le diatribe di natura politica considerando anche le prossime elezioni regionali che riguarderanno proprio la Puglia. (m.presta@corrierecal.it)
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