CATANZARO «Se il virus ci avesse davvero insegnato qualcosa, come Usb oggi riteniamo a giusta ragione si sarebbe già deciso di assumere stabilmente le 50.000 unità di personale del servizio sanitario nazionale tagliati dal 2006, questo il minimo che dovrebbe effettuare un governo autorevole». Lo afferma la stessa Usb in una nota. «La politica, tutta – prosegue – si starebbe affannando a trovare la soluzione per stabilizzare i tantissimi, troppi, lavoratrici e lavoratori precari della sanità, ma soprattutto di ripristinare i 135.000 posti letto tagliati dal 1996, ancora meglio aprire un tavolo come richiesto dalla Usb su come ripristinare quel 40% di servizi territoriali, tra i quali quelli di prevenzione, tagliati negli ultimi 12 anni. Con interlocutori politici responsabili oggi invece di parlare di manifestare per un nostro diritto dopo aver dato l’anima in questa emergenza, parleremmo del drammatico e funereo fallimento dei 20 sistemi sanitari regionali e staremmo progettando un ritorno al Sistema Sanitario Nazionale, unico e universale. E soprattutto pubblico, libero dal peso della sanità privata, affamata solo di profitto. Il 29 maggio ritorneremo nuovamente
in piazza a Catanzaro sotto la prefettura cosi come in tutta Italia compreso il ministero della salute per aprire una vertenza seria a partire dalle retribuzioni degli “eroi” se sono adeguate al loro lavoro e se soprattutto sono in linea con quelle di altri colleghi europei – ripianate le 4000 unità lavorative perse in Calabria durante i 10 anni di commissariamento. Capire come e quando la regione Calabria
avrebbe già utilizzato in 140 milioni di euro arrivati dal governo centrale per l’emergenza covid19, oppure se sono stati accantonati in prospettiva di regalarli ai privati». «E invece – sostiene la Usb – a leggere il Decreto Rilancio risulta evidentissimo che il virus non ci ha insegnato nulla. Infatti le scelte riguardanti il personale sono lo specchio delle politiche sanitarie che si intendono adottare in futuro. Solo assunzioni temporanee e, ancora una volta, precarie. Non sono previste assunzioni sufficienti nemmeno per i nuovi posti di terapia intensiva, tanto sbandierati nell’ultima riunione
regionale, come se questi dovessero funzionare in modalità self-service. Nessuna traccia della proroga delle procedure di stabilizzazione dei tanti precari della sanità. Dal testo finale
scompaiono anche i soldi per i bonus premianti che erano stati promessi. Eroi, sì, ma poveri! Sennò che eroi sarebbero! E poi, anche tutte le altre misure adottate sono provvisorie e in funzione dell’emergenza, nessuna è strutturale. Sembra chiarissimo l’intento di tornare, finita l’emergenza, alla situazione precedente».
x
x