LAMEZIA TERME «La situazione in Italia e in Europa a causa del Covid-19 è gravemente compromessa e di sicuro la pandemia cambierà il volto della prossima stagione turistica oramai alle porte, alla quale il settore pirotecnico è strettamente collegato. Tutto ciò rischia di far scomparire le nostre aziende, già sottoposte ad un drammatico crollo a causa del blocco degli ultimi mesi. Niente feste religiose, niente sagre». A denunciarlo Giovanni Di Cello, titolare della “Pirotecnica Di Cello” in Lamezia Terme, una delle più grandi aziende nel settore da tre generazioni nonché membro dell’Ass.p.i. (Associazione pirotecnica italiana).
In gioco, segnala Di Cello, «c’è la perdita di svariati milioni di euro e molti posti di lavoro, a livello nazionale».
«Siamo entrati oramai nella fatidica Fase 2 – prosegue – in cui l’attenzione si sposta dalle strutture sanitarie ad una graduale riapertura rivolta soprattutto alle attività commerciali e artigianali, a ritorno dell’operatività dei bar, le attività di ristorazione, di abbigliamento, centri estetici, palestre e alle altre attività. Le Regioni mirano ad un ulteriore allentamento delle restrizioni in previsione dell’arrivo dell’imminente stagione estiva, eppure il dibattito, pur concentrato su tutto ciò, si dimentica del nostro settore».
«Sono stati rinviati di circa un anno le feste religiose – sottolinea Di Cello – che son quelle che ci consentono i fatturati maggiori. Forse, in questi momenti, avremmo più che mai la voglia di tornare fisicamente a festeggiare, a riempire le calde notti estive con i colori dei fuochi d’artificio». «Vorremmo delle risposte da parte delle istituzioni – conclude lanciando un appello – e ricominciare a lavorare come tutti gli altri. Lo vogliono le nostre tradizioni, lo vogliono le nostre imprese, prima che si giunga al fatidico punto di non ritorno».
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