di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME Una calma apparente che nasconde, al contrario, il fermento che da quasi una settimana agita le stanze del Comune di Lamezia Terme. Ovvero da quando è emersa la vicenda legata alla possibilità che uno o più componenti del Consiglio comunale possano essere incompatibili con il proprio ruolo. Bocche cucite, finora, ma le molte chat di WhatsApp pare siano più che roventi, quasi a tradire la totale assenza di comunicati o note ufficiali dall’amministrazione.
I SILENZI Dopo l’anticipazione del Corriere della Calabria, sono scattate quasi automaticamente le verifiche e la consegna “a mano” di un documento informativo direttamente ai consiglieri. Ma toccherà agli uffici competenti portare avanti tutte le verifiche del caso, esaminare dettagliatamente le autocertificazioni rese dai 24 consiglieri e incrociarle con la documentazione e gli archivi comunali. Ma intanto i dubbi restano. Fra gli addetti ai lavori degli uffici comunali, infatti, in tanti sapevano o sospettavano già da dicembre (come certificano mail e comunicazioni interne) ma a quanto pare nessuno si è mosso concretamente. Almeno finora.
CONTROLLI MANCATI Il cambio di tre segretari generali e una pandemia non possono ad esempio giustificare i mancati controlli su eventuali posizioni debitorie nei confronti della municipalizzata dell’Ente lametino, la Multiservizi spa (così come avevamo anticipato qualche giorno fa). E tra verifiche di IMU, TASI E TARI, la tensione ore è molto alta e le ipotesi molteplici. C’è ad esempio chi aveva già chiesto la rateizzazione delle pendenze, ma è ancora da chiarire se le eventuali rateizzazioni siano state indicate nelle autocertificazioni. Ma non è tutto: altre sorprese potrebbero arrivare da eventuali posizioni debitore, nei confronti dell’Ente, dei coniugi dei consiglieri che potrebbe gravare sul loro quadro di compatibilità.
I RISCHI Un quadro insomma ancora a tinte fosche ma è ancora troppo presto per arrivare a delineare quello che sarà il futuro. Dietro l’angolo c’è quel “disordine amministrativo” che già in passato ha fatto tremare (e collassare) il Comune lametino, e la possibilità che per far chiarezza sull’intricato puzzle possa intervenire la Prefettura. Un rischio che nessuno vuole correre e che la città di Lamezia non può permettersi. Una città che, dopo due anni di commissariamento, necessita e pretende molto di più. E magari anche qualche chiarimento. (redazione@corrierecal.it)
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