di Gaetano Megna
CROTONE Si è concluso l’iter ed è stata licenziata. Teresa Sperlì non è più dirigente del Comune di Crotone: è stata licenziata a conclusione di un iter durato tre mesi e mezzo. La contestazione era partita lo scorso 18 febbraio e ieri sera le è stata notificata la notizia del suo licenziamento. Si tratterebbe di una presunta mancanza di titoli. Ovvero avrebbe sbarrato nello stampato della domanda un titolo non posseduto. Probabilmente se avesse messo la “crocetta” su un’altra casella, quello sopra o sotto, il licenziamento non poteva essere messo in atto. La procedura contro Sperlì è partita il 18 febbraio, l’interessata ha chiesto una proroga di una settimana, che le è stata concessa, e successivamente l’iter è stato congelato per l’arrivo della pandemia da Covid-19. Il commissario prefettizio Tiziana Costantino, che amministra Crotone dallo scorso 4 dicembre, aveva chiesto un’indagine sui dirigenti, chiedendo anche pareri ad avvocati amministrativi. Il procedimento, però, è stato redatto dal segretario generale del Comune pitagorico, Antonino Fortuna. E’ il secondo dirigente che perde il posto, prima della Sperlì il commissario prefettizio e il segretario generale avevano rescisso il contratto con l’ingegnere Giuseppe Germinara per un presunto utilizzo improprio dell’articolo 110 del Tuel. Germinara ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Calabria, che non lo ha accolto per un problema di competenza territoriale. Germinara ha, quindi, presentato un altro ricorso al giudice del Lavoro di Crotone. Sperlì non si arrende e denuncia. L’attività giudiziaria della Sperlì nei confronti del commissario prefettizio e del segretario generale è iniziata prima ancor della conclusione della procedura di licenziamento. Nel palazzo comunale si racconta che commissario e segretario generale sono stati querelati per stalking e altro. Sperlì avrebbe depositato una montagna di documenti negli uffici della Procura, alla valutazione dei magistrati indaganti. Avrebbe denunciato i due anche al ministero della Funzione Pubblica e Anac per presunti conflitti di interesse. Si racconta che oltre alla procedura giudiziaria presenterà ricorso alla sezione del Tribunale del lavoro di Crotone. Non intende recedere o subire passivamente. Farà battaglia e, secondo persone a lei vicina, ha altri documenti da sottoporre alla valutazione dei magistrati. Il terremoto al Comune di Crotone non è destinato a concludersi con il licenziamento della Sperlì perché si parla anche della volontà di non rinnovare l’incarico di comandante dei vigili urbani a Antonio Cogliando, in scadenza il prossimo 30 giugno.
SPERLÌ: «PRONTO IL RICORSO» «Bob Marley diceva “Meglio morire combattendo per la libertà che vivere da schiavi” e oggi più che mai ne comprendo il senso. Combatterò affinchè la legalità e la trasparenza non siano schiave di “un utilizzo volutamente distorto e sottilmente mistificatorio delle norme” come ebbe a scrivere nel maggio 2018 il prefetto Cocuzza che trasferiva al Ministero dell’Interno le conclusioni della relazione di una commissione ispettiva nel comune di Vittoria». Così Teresa Sperlì ormai ex dirigente del Comune di Crotone annuncia il ricorso contro la decisione del segretario generale di procedere al suo “licenziamento”. «Mi difenderò nelle sedi opportune – afferma – e mi dispiace che questo obbligherà il Comune di Crotone a ulteriori sperperi di denaro pubblico per spese legali, nonostante il blocco della Corte dei Conti. Già a Dicembre 2019 il Comune aveva inteso pagare un avvocato per valutare la legittimità delle procedure messe in piedi per i “tanto discussi” Dirigenti a contratto. A nulla sono serviti i pareri rilasciati sul possesso dei titoli e sull’analisi della copiosa documentazione trasmessa al legale rispetto alla volontà di procedere in barba alla garanzia di terzietà di giudizio o di segnalate situazioni di potenziale conflitto di interessi».
«È di qualche giorno addietro un comunicato stampa della RSU – ricorda – che mette, solo in parte, a nudo il clima che si respira all’interno del Palazzo dove le decisioni vengono assunte in maniera unilaterale e la continua caccia alle streghe è finalizzata a nascondere le vere problematiche e le situazioni bordline». «Con il licenziamento – conclude – mi sono riappropriata del diritto alla giusta informazione, da troppo tempo soffocato, che intendo mettere a disposizione della mia città».
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