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Omicidio Pagliuso, in aula la testimonianza della sorella

Antonella Pagliuso ha parlato della vicinanza della cosca Scalise con il killer Marco Gallo. Il processo riprenderà il prossimo 30 giugno

Pubblicato il: 03/06/2020 – 22:40
Omicidio Pagliuso, in aula la testimonianza della sorella

CATANZARO Nuova udienza, davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro, contro Marco Gallo accusato di essere il killer che la sera del 9 agosto 2016 ha freddato a colpi di revolver l’avvocato lametino Francesco Pagliuso. Nel corso dell’udienza di mercoledì è stata ascoltata la sorella della vittima, Antonella Pagliuso, avvocato anche lei, molto vicina al fratello nella vita affettiva come in quella lavorativa. Acquisiti i verbali che la Pagliuso aveva rilasciato ai carabinieri, indispensabili a dare un indirizzo alle indagini, la donna ha risposto solo a poche domande sulla vicinanza di Marco Gallo alla famiglia Scalise di Decollatura, considerata mandante dell’omicidio. Un livore coltivato da tempo quello degli Scalise nei confronti dell’avvocato penalista. Secondo l’accusa gli Scalise erano scontenti di una difesa di Pagliuso nei confronti di Daniele Scalise (rampollo della ‘ndrina, finito vittima di una sanguinosa faida).
Oggetto di violenza privata e minacce, l’avvocato lametino, dopo avere sostenuto la difesa dei “rivali” Mezzatesta in un processo per omicidio (nel corso del quale erano stati uccisi due componenti degli Scalise) divenne bersaglio della vendetta della cosca della montagna. Vendetta che sarebbe stata affidata a Marco Gallo, esecutore freddo, capace di infilarsi in una sera d’estate nel giardino della vittima, aspettarla nascosto nel buio e non lasciarle il tempo di uscire dalla macchina. Con il consenso tra le parti sono stati poi acquisiti i verbali di sommarie informazioni rese da Giuseppina Mezzatesta nel corso delle indagini, che quindi non dovrà essere sentita, e il processo è stato rinviato al 30 giugno prossimo per sentire altri 10 testimoni tra collaboratori di studio e colleghi lametini, per poi sentire gli investigatori del Ros dei Carabinieri, che si sono direttamente occupati del pedinamento elettronico e della sovrapposizione di quei dati con il gps installato sull’autovettura di Gallo dalla sua compagnia assicuratrice, e le celle agganciate dal telefono cellulare a lui in uso.

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