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Calabria (ancora una volta) ultima per export

La regione si conferma fanalino di coda con 4 province ultime in classifica in Italia. Tutte con un tasso di propensione alle esportazioni pari allo 0,5%

Pubblicato il: 05/06/2020 – 11:08
Calabria (ancora una volta) ultima per export

ROMA Con ben quattro province ultime in classifica la Calabria non vince, stravince la maglia nera della classifica delle province che puntano di più all’export. E’ un film già visto, con la classifica che ripercorre dall’alto pedissequamente la geografia della Penisola da Nord a Sud. E’ quanto emerge da un’analisi sulle aziende del nostro Paese effettuata da Cribis attraverso Margò, la nuova piattaforma per lo sviluppo commerciale realizzata dalla società del gruppo Crif specializzata nella business information.
PICCOLE MA VIRTUOSE Fra le province che puntano di più all’export spiccano Vicenza, con l’11,9% di imprese sul totale di quelle attive sul territorio, Lecco (11,4%) e Varese (11,1%). Solo il 4,6% delle imprese italiane dimostra un’elevata propensione all’internazionalizzazione. Il Nord è l’area geografica con la percentuale più alta (74,6%) di aziende che investono maggiormente all’estero, hanno avviato attività di export, fanno parte di filiere internazionalizzate o di grandi gruppi globali. Sul podio della classifica regionale stilata da Cribis troviamo Lombardia (9,3%), Veneto (7,9%) e Friuli – Venezia Giulia (7,4%). Seguono Emilia – Romagna (6,6%) e Toscana (6,2%), mentre all’ultima posizione c’è la Calabria (0,5%), preceduta da Sardegna, Basilicata (entrambe con lo 0,7%) e Molise (0,8%).
LA CLASSIFICA A livello provinciale, alle spalle di Vicenza, Lecco e Varese troviamo nell’ordine Como e Monza e Brianza (pari merito con il 10,3%) e solo dopo Milano con il 9,7%, che ovviamente è in testa per numeri assoluti (12,9% del campione preso in esame).
Chiudono la classifica Crotone, Sud Sardegna, Vibo Valentia, Cosenza, Reggio Calabria e Nuoro, tutte con lo 0,5%. Per quanto riguarda i settori merceologici, a livello macro guardano ai mercati esteri soprattutto “industria e produzione” (62,7%), “commercio all’ingrosso” (19,9%) e “servizi” (9,6%), mentre fra i micro-settori il più rappresentativo è quello dell'”industria manufatti in metallo” (3,8%), seguito da “commercio all’ingrosso” (2,6%), “servizi commerciali” (2,5%) e “industrie della gomma e plastica” (2%).
LA RIPARTENZA «Le aziende italiane, in particolare le PMI, stanno affrontando la ripartenza dopo il lockdown dovuto all’emergenza Covid-19, con difficoltà per il made in Italy e le nostre esportazioni», dichiara Marco Preti, amministratore delegato di Cribis, che aggiunge: «Mai come in questo momento è necessaria la massima attenzione per non perdere posizioni nella catena produttiva internazionale e far sì che la ripartenza diventi un’occasione di rilancio».
 

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