COSENZA Il fiore del partigiano è costato una multa di 400 euro al presidente dell’Anpi provinciale di Cosenza. A Maria Pina Iannuzzi, infatti, è arrivato un verbale dagli uffici della questura di Cosenza per aver violato «le prescrizioni atte al contenimento del rischio epidemiologico Covid-19 lasciando la propria abitazione senza giustificato motivo, non ricorrendo i casi previsti dal D.L. 19/2020 e partecipando ad assembramento e manifestazione in luogo pubblico, composta da 18 persone alle ore 14.57 del 25.4.2020 in Largo dei Partigiani di Cosenza». E’ stato un 75esimo anniversario della liberazione diverso quello del 2020. Con le prescrizioni per contenere il contagio da Coronavirus, infatti, non è stato possibile organizzare i consueti appuntamenti commemorativi e di riflessione che Anpi ogni anno pianifica su tutto il territorio nazionale. Nonostante questo però, la delegazione cosentina ha deciso di “trasgredire” alla regola poiché come comunicato in una nota della presidenza del Consiglio dei Ministri, le celebrazioni del 25 aprile avrebbero potuto essere l’eccezione alla regola poiché: «Le associazioni partigiane e combattentistiche potranno quindi partecipare alle celebrazioni per il 75esimo anniversario della Liberazione, naturalmente in forme compatibili con l’attuale situazione di emergenza», riporta l’indicazione della presidenza. E così è stato a Cosenza. Anpi ha manifestato mantenendo le regole del distanziamento sociale e indossando guanti e mascherine. Diversamente la pensano gli inquirenti che acquisendo una foto pubblicata dal Comitato PrendoCasa su Facebook (quella di copertina) ha inteso procedere alla sanzione. E’ per questo che il direttivo provinciale della sezione “Paolo Cappello” di Cosenza al Prefetto di Cosenza: «Di cancellare tale grave atto sanzionatorio nei confronti della nostra rappresentante e dunque di tutte e tutti noi. Depositare dei fiori in memoria di uomini e donne cadute e caduti nell’atto di liberarci dal nazifascismo è per noi un necessario, un irrinunciabile esercizio di memoria. L’atto di sanzionarlo (pur in presenza di precise indicazioni governative) non è degno di un paese democratico». (mi.pr.)
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