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Post Covid-19: aree rurali fulcro per la ripresa in Calabria

Videoconferenza tra eurodeputati e rappresentati di categoria del settore. Ferrara (M5S): «La Calabria ha bisogno di programmare al meglio». Sofo (Lega): «Grande opportunità per lo sviluppo di un s…

Pubblicato il: 05/06/2020 – 16:30
Post Covid-19: aree rurali fulcro per la ripresa in Calabria

di Fabio Papalia
CATANZARO Le aree rurali fulcro per una ripresa post Covid-19. Si è tenuto stamattina in videoconferenza un incontro dal titolo “La politica si confronta sulle opportunità per le aree rurali”, cui hanno partecipato gli eurodeputati Vincenzo Sofo, Pina Picierno e Laura Ferrara e i rappresentati di categoria del settore: Pino Campisi, presidente Acli Terra Calabria; Nicodemo Podella, presidente Cia Calabria; Francesco Esposito, presidente Assogal Calabria. Il presidente di Unioncamere Calabria, Klaus Algeri, non ha potuto invece partecipare per una contestuale iniziativa a Cosenza.
Dopo i saluti del vicepresidente della Giunta regionale, Nino Spirlì, sono intervenuti per i saluti Carlo Corazza, capo ufficio Parlamento europeo in Italia, e Antonio Parenti, capo rappresentanza in Italia della Commissione Europea. «Nello scenario post Covid-19 in cui finalmente iniziamo a muoverci – ha affermato Parenti – l’agricoltura e lo sviluppo rurale non possono che essere tra le priorità per il rilancio economico dell’Unione Europea e in questo contesto la Commissione ritiene indispensabile garantire un adeguato supporto finanziario alla politica agricola comune e al settore agricolo in generale al fine di superare le conseguenze devastanti del virus». Parenti ha ricordato che la proposta della Commissione nel nuovo quadro pluriennale è pari a una somma totale di 391 miliardi di euro per agricoltura e sviluppo rurale, con aumento complessivo di oltre 26 miliardi rispetto al 2018. Sulla scorta di questi numeri l’incontro moderato da Alessandra Tuzza, responsabile Edic Calabria&Europa è entrato nel vivo.
OCCASIONE UNICA «Ci troviamo di fronte – ha affermato l’eurodeputata Pina Picierno – a un’opportunità che non ci ricapiterà, un’occasione unica. Dalle crisi per quanto drammatiche, e noi abbiamo conosciuto una crisi assolutamente drammatica, possono però nascere grandi opportunità, è stato così per esempio per il New Deal dopo la crisi che aveva attraversato l’America. Anche questa può diventare una straordinaria opportunità anche per la mole di interventi che sono stati messi in campo».
SEDE REGIONE CALABRIA A BRUXELLES L’europarlamentare Laura Ferrara ha sottolineato che «la nostra regione ha assoluto bisogno di programmare al meglio e di spendere le risorse che l’Unione Europea mette a disposizione». Ferrara non ha nascosto che «in Calabria non sono mancate problematicità legate all’uso dei fondi europei. Ci sono regioni italiane che sanno promuovere meglio forse i loro prodotti di eccellenze, riescono pure ad informare sulle opportunità e sulle risorse disponibili». L’eurosede calabrese, secondo Ferrara, potrebbe ripagare l’investimento a patto di farne buon uso: «Basti pensare che abbiamo avuto finora una sede di rappresentanza della Regione Calabria a Bruxelles che purtroppo non è stata utilizzata al meglio, può essere usata in maniera efficiente per attività di lobbying, punto di contatto tra istituzioni europee e il nostro territorio, mi auguro che il governo insediato sappia farne buon uso».
IL CROLLO DEI MITI Il Covid ha cambiato ogni prospettiva, di questo ne è convinto l’eurodeputato Vincenzo Sofo. «Questa crisi sanitaria – ha affermato – ha minato molte convinzioni sulle quali si basava il nostro stile di vita: innanzitutto il mito della globalizzazione, che sia possibile e innocuo rinunciare alla produzione di beni per delegarla ad altri per sfruttarne il risparmio, ad esempio abbiamo visto che è rischioso delocalizzare la produzione di mascherine, ma stesso lo stesso ragionamento vale per il cibo e la nutrizione, la storia ci ha insegnato che le frontiere esistono eccome. Il seconda mito è quello della città globale, che sia possibile spostarsi ovunque senza che cambi nulla, ci siamo resi conto che aerei e treni possono smettere di funzionare e che possiamo ritrovarci isolati lontano dalle nostre radici. Il terzo è la caduta del mito della metropoli, che sia possibile concentrare tutto, infrastrutture, economia, lavoro, persone, in un’economia di scala. Adesso scopriamo che la densità di popolazione è anche un pericolo per il contagio».
UNA SFIDA STRATEGICA Il crollo di quei miti, ragiona Sofo, rappresenta la sfida strategica per la Calabria: «Questo brusco risveglio da questi miti, costituisce per il Sud e per la Calabria una grande occasione perché le aree interne e rurali a bassa densità, diventano strategiche per lo sviluppo di un sistema più sostenibile». Ed ecco l’agenda che propone Sofo: «Dobbiamo utilizzare la paura delle persone di restare isolate per richiamare in Calabria quei milioni di giovani emigrati in cerca di fortuna, dobbiamo sfruttare la voglia di trovare una via di fuga dai rischi della vita metropolitana per attrarre nuova popolazione, dobbiamo sfruttare la necessità di non dipendere da paesi terzi per chiedere la rilocalizzazione delle industrie al Sud, visto che il Nord è saturo».
Com’è la Calabria e come Sofo vorrebbe che fosse, con l’aiuto dell’Ue: «La Calabria è una regione la cui economia è per l’80% fatta di agricoltura, le cui aziende sono tendenzialmente di piccole dimensioni, di tipo familiare, il cui territorio è fatto per la gran parte di piccoli comuni, di aree rurali che sono sprovviste di collegamenti, infrastrutture, servizi e quindi di opportunità per rispondere a questa sfida. Se l’Unione Europa vuol davvero procedere verso una progressiva integrazione dei suoi territori, adesso deve orientare il suo bilancio e le sue misure post-covid verso rafforzamento della coesione territoriale, serve una vera politica strategica in questo senso, aiutando aree come la Calabria per esempio a finanziare infrastrutture interne: strade, ospedali, banda larga». Tutte misure che secondo Sofo servono a favorire una distribuzione demografica più diffusa.
GLI AEROPORTI DI REGGIO E LAMEZIA In secondo luogo per l’eurodeputato Sofo l’Ue dovrebbe investire nella rete di trasporto europea, linee stradali e ferroviarie ma anche le rotte aeree internazionali «su Reggio e Lamezia, Reggio sta lentamente morendo». E non ultimo potenziare il ruolo del porto di Gioia Tauro. «Solo così possiamo sperare di attrarre persone ma anche investimenti ed economia».
Più in generale però serve secondo Sofo una forte azione di lobbying da parte dell’Italia per spostare l’attenzione verso il Mediterraneo e il Sud: «Oggi tutta l’attenzione è rivolta verso la Mitteleuropa e l’Europa dell’Est. L’unico sguardo sul Nord Italia è perché fa parte della catena del valore tedesco. L’Italia deve chiedere l’aiuto di paesi come Francia, Spagna, Portogallo e Grecia».
DATI CONTAGIO DISAGGREGATI Infine una proposta anche per il turismo: «L’Italia deve chiedere all’Agenzia europea per la prevenzione e il controllo delle epidemie che vengano forniti e divulgati dati epidemiologici non aggregati a livello nazionale ma territorio per territorio, i cittadini europei devono sapere che andare in Calabria non è come andare a Bergamo». (redazione@corrierecal.it)

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