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Rende, al "Parco Acquatico" i lavoratori aspettano gli stipendi dello scorso anno – VIDEO

Usb, Cobas e il comitato “Pacco Acquatico” denunciano le condizioni in cui hanno prestato il proprio lavoro nel periodo estivo dello scorso anno. Tra contratti in nero e promesse di assunzioni tutt…

Pubblicato il: 05/06/2020 – 18:27
Rende, al "Parco Acquatico" i lavoratori aspettano gli stipendi dello scorso anno – VIDEO

di Michele Presta
RENDE 
La porta del Parco Acquatico di Rende è chiusa. «Per la prima volta da quando è stato inaugurato» sghignazza qualche ex lavoratore. C’è chi ironizza che sia stata precauzione in vista della manifestazione organizzata dal comitato “Pacco Acquatico” insieme ai sindacalisti dei Cobas e dell’Usb. Loro rappresentano le decine di lavoratori che nella scorsa stagione estiva hanno lavorato e in base a quanto denunciato, lo hanno fatto senza vedere il becco di un quattrino. Anzi, alcuni di loro riferiscono i sindacalisti, lo hanno fatto senza neanche un contratto. A quanto ammontino gli stipendi? Una domanda a cui non riescono a trovare risposta neanche gli stessi impiegati considerando che le ore di lavoro spesso hanno superato quelle per le quali si erano accordati. Mattina, pomeriggio, sera, domenica o feriale: al “Santa Chiara” non ci sono stati orari nel periodo estivo. «Per tre mesi ho lavorato qui – racconta uno degli ex lavoratori – poi ad ottobre ho capito che non mi pagavano e me ne sono andato». E’ una voce che si ripete quasi all’unisono. Bagnini, banconisti, semplici addetti.


DALL’INAUGURAZIONE AL “PACCO” Il nastro è stato tagliato dal sindaco Marcello Manna nel bel mezzo della campagna elettorale nel maggio del 2019. Agibile fin da subito soltanto la piscina all’aperto, per il resto ci sarebbe stato da aspettare. Sostengono gli ex dipendenti che mancherebbero autorizzazioni e soldi necessari a completare l’investimento. A gestire la struttura è la “Parco Acquatico 4.0” ed è dalle loro casse che dovrebbero arrivare le spettanze. «Abbiamo dato incarico ai nostri legali e coinvolto l’ispettorato del lavoro affinché si capisca quanto effettivamente avanziamo – spiega Pierluca Donato del comitato “Pacco Acquatico” -. La nostra è una battaglia che va avanti da Natale, da quando ci siamo accorti che ci sarebbero stati problemi nel recuperare quanto legittimamente ci spetta». Per i lavoratori, gestire il “Santa Chiara” senza una visione non ha ragion d’essere. «Non c’è solo la questione delle spettanze legittime dei lavoratori – aggiunge Stefano Mancuso dell’Usb -. C’è tutta la questione di etica nella gestione di quello che fondamentalmente è un bene pubblico. Il Comune di Rende avrebbe dovuto controllare la regolarità dei contratti, così come tutti gli altri adempimenti ai quali è tenuto per legge e che sono contenuti nell’accordo di concessione».
LA BATTAGLIA DEI LAVORATORI  «Ho lavorato qui per tutta l’estate – spiega uno dei lavoratori -. Ci ho dedicato anima e corpo trascurando la mia famiglia. Anche di domenica, senza sosta». La rabbia dei lavoratori non è solo dettata dalle esigenze economiche ma anche temporali. «Alcuni sono stati richiamati anche per questa stagione – aggiunge Pierluca Donato – con la promessa di un nuovo contratto e che le spettanze dello scorso anno sarebbero state saldate a poco alla volta. Ma io mi chiedo, possiamo fidarci? Ci sono arretrati con i fornitori, le utenze e quant’altro. E’ possibile gestire tutto in questo modo?».
LE CRITICHE AL COMUNE L’interpellanze per una risposta del sindaco Marcello Manna sono diverse, nessuna però ha avuto risposta. Le chiedono i lavoratori e le chiede anche la Federazione Riformista. «Un impianto che avrebbe fornito posti di lavoro e ossigeno per la fiacca economia locale, soprattutto in questa fase 2 caratterizzata dalle norme di distanziamento sociale, avrebbe potuto rappresentare, grazie ai suoi ampi spazi, un luogo di incontro sicuro e adatto per lo sport e il tempo libero. Purtroppo, oggi il Parco Acquatico Santa Chiara 4.0 è completamente abbandonato a se stesso – spiegano-. Tra giugno e settembre del 2019, nonostante un’apertura improvvisata con la sola attivazione della piscina balneabile, il Parco ha fatturato cifre importanti, che dimostrano le potenzialità del progetto, ma allo stesso tempo denotano la grave faciloneria dell’Amministrazione Comunale, che anziché affidare l’infrastruttura ad un gruppo imprenditoriale dalle spalle larghe, continua a sostenere gli attuali gestori, privi di mezzi economici e di idee, oggettivamente incapaci di dare slancio al Parco Acquatico. Oltre al danno per la comunità rendese, anche la beffa per le decine di dipendenti, che la scorsa estate lavorarono assiduamente per rendere agibile e fruibile la struttura, e che da tempo denunciano di essere stati presi in giro, sfruttati e utilizzati dal gestore, infine licenziati, senza essere stati pagati per il lavoro svolto.Chiediamo all’Amministrazione Comunale di dare una risposta agli ex lavoratori del Parco, che hanno il sacrosanto diritto di ricevere ciò che gli spetta, inoltre è evidente l’incapacità manageriale dell’attuale gestore per cui il Sindaco e la Giunta dovrebbero trarne le dovute conseguenze». (m.presta@corrierecal.it)

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