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Maxi processi, Gratteri: «Ministero informato da più di un anno. Non hanno provveduto»

Dai disagi di “Stige” alla possibilità che “Rinascita-Scott” emigri fuori regione. Il procuratore di Catanzaro afferma: «Ancora non ci sono determinazioni definitive. Io so per certo che il preside…

Pubblicato il: 08/06/2020 – 12:51
Maxi processi, Gratteri: «Ministero informato da più di un anno. Non hanno provveduto»

di Alessia Truzzolillo
CATANZARO
Sarà necessario andare fuori regione per celebrare il processo Rinascita-Scott che oggi conta più di 400 indagati? La domanda viene posta al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri a margine dell’insediamento del nuovo presidente del Tribunale di Catanzaro. Già con il maxi processo “Stige” si sono vissuti gravi disagi. Rinascita-Scott, con quasi 500 indagati, rischia di emigrare, «ancora non ci sono determinazioni definitive – ha detto Gratteri –. Io so per certo che il presidente della Corte ha scritto al Ministero già nel marzo 2019. Quindi, sostanzialmente, il presidente della Corte ha messo in mora il Ministero un anno e tre mesi fa. Se qualcuno non ha provveduto non è un problema mio. Lo dico con dispiacere e con rammarico. Ma non è detta l’ultima parola». L’ipotesi Vibo però è esclusa: «A Vibo non penso – risponde Gratteri – perché, anche considerando il Covid, noi dovremmo contenere nella stessa stanza come minimo 600 persone. Non ci sono questo tipo di spazi di in Calabria».
LA FASE DUE IN PROCURA «La fase 2 nel mio ufficio è iniziata il 12 maggio, niente più smart working – ha detto ancora il procuratore di Catanzaro –. Grazie anche al presidente della Corte d’Appello, (Domenico Introcaso, ndr) ci siamo attrezzati. L’Inail dice che servono guanti, mascherine, il gel e l’areazione. Noi abbiamo anche fatto la sanificazione, i tamponi e la misurazione della temperatura all’ingresso ogni mattina. E’ più facile infettarsi al supermercato la mattina che non stando in ufficio in Procura a lavorare. Tra l’altro è possibile comunicare con la Procura attraverso pec, anche inviare documenti o fare istanze. Non c’è nessun rischio».

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