ROMA «La recente scoperta da parte di un gruppo di archeologi delle università di Cambridge e Gand dei resti di una città dell’antica Roma nei pressi della Capitale grazie alla tecnologia dei radar a penetrazione del suolo rappresenta un’opportunità enorme per la valorizzazione del patrimonio culturale calabrese poiché consente di svolgere ricerche di siti archeologici sommersi senza la necessità di effettuare scavi. Un’occasione che la Regione Calabria deve cogliere al volo per avviare un’opera di individuazione del patrimonio lasciatoci in eredità dalla Magna Grecia e ancora rimasto sotto terra, consentendo finalmente di farlo emergere per far diventare questa regione un vero e proprio museo a cielo aperto in grado di attirare turisti da tutto il mondo». È questa l’ultima proposta dell’europarlamentare leghista Vincenzo Sofo che già nei giorni scorsi, in reazione alla decisione del governo greco di chiudere le porte agli italiani, aveva lanciato l’idea di promuovere la Magna Grecia come meta alternativa alla penisola ellenica per i turisti nostrani. Sofo si è poi così rivolto alla Giunta calabrese: «La Giunta calabrese deve mettere in campo al più presto un fondo ad hoc per finanziare la ricerca e la valorizzazione del patrimonio archeologico poiché si tratta di un lavoro fondamentale per affermare culturalmente e turisticamente i nostri territori, anche ad esempio in prospettiva di candidature come quella della Locride a Capitale italiana della Cultura per il 2025».
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