CATANZARO «Il Sila Festival nasce nell’anno 2009 grazie a un’intuizione del cavaliere Raffaele Alberto, un emigrante di vecchia data, partito per gli Usa con la sempiterna valigia di cartone, la Calabria nel cuore e tanti sogni da realizzare, uno su tutti fare qualcosa per la propria terra. E ci è riuscito, dopo tanto lavoro e sofferenza, creando nell’anno 2009 il Sila Festival, una kermesse cinematografica che per quattro edizioni ha attratto turisti, appassionati di cinema, curiosi e soprattutto personaggi delle istituzioni ed artisti anche di prim’ordine come Franco Nero, Barbara De Rossi, Edoardo Leo, Giuseppe Zeno, Gianni Pellegrino, Vincenzo Peluso. Il tutto a proprie esclusive spese: un regalo alla amata terra». Inizia così la nota inviata dal Sila Festival, un evento che rischia di morire, schiacciata dall’indifferenza delle istituzioni e dall’insensibilità di quegli organi preposti alla valorizzazione dell’arte cinematografica e del territorio calabrese.
«Il fondatore Raffaele Alberto oggi lancia un grido di aiuto – prosegue la nota – per non far morire una manifestazione che ha tra i suoi meriti, certamente, quello di aver portato cultura e spettacolo in una terra troppo spesso dimenticata che ha invece un enorme bisogno di sapere e di normalità».
«La manifestazione ha animato il territorio silano a partire dal Villaggio Mancuso, trasformando la città di Taverna in un vero e proprio “Art Village” dove creare spazi e momenti di valorizzazione dell’arte locale e nazionale. Il Festival ha acceso i riflettori sul fenomeno dello spopolamento delle aree rurali, specie quelle della Presila. E infatti ha registrato nelle sue quattro edizioni (2009-2011-2012-2016) la presenza di un pubblico fatto anche di tanti giovani provando a stimolare le diverse sensibilità su temi sociali come l’emigrazione, il lavoro e i fenomeni criminali che destabilizzano il territorio. Il fondatore del Sila Festival – conclude il comunicato – ha bussato a diverse porte, in particolar modo quelle della Regione Calabria e della Provincia di Catanzaro, purtroppo raccogliendo solo pacche sulla spalla e molte promesse, che ovviamente, non sono servite a garantire continuità alla manifestazione. Ad esempio la Regione Calabria e nella specie la Film Commission Calabrese si sono mostrati totalmente insensibili all’evento culturale».
Un disinteresse istituzionale che contribuisce certamente a creare un vuoto nella vita sociale dei cittadini di un territorio che, malgrado la presenza di sindaci validissimi, si ritrova ad essere abbandonato a se stesso. E pensare che Alberto Raffaele ha finanziato un film, “Calibro 10 – Il decalogo del Crimine”, quasi totalmente girato in Calabria con la partecipazione straordinaria del grande Franco Nero. E allora occorre chiedere alle istituzioni ed alla Regione Calabria in primis cosa è disposta a fare in concreto per garantire nuove edizioni ad una manifestazione fatta con grande passione e che ha riscosso un grande successo anche a livello internazionale. Basti pensare che durante l’edizione 2016 la kermesse ha raccolto 120 cortometraggi da artisti di tutto il mondo che hanno trattato il tema “Ambiente e terra di origine”.
x
x