REGGIO CALABRIA «Credo che dinanzi alla petizione “Salviamo il Siciliani, diciamo NO allo scippo della nuova sede di Siano!” promossa dagli studenti, il sindaco e presidente della Provincia di Catanzaro dovrebbe ritornare sui suoi passi e, individuando per la Guardia di Finanza altro immobile idoneo, rendere possibile che il sogno di avere un’attrezzata, moderna ed efficiente sede unica per il prestigioso Liceo Siciliani diventi realtà». Lo dice il consigliere regionale Francesco Pitaro del Gruppo misto. «Questo “caso” – aggiunge – che vorrebbe sacrificare la scuola per altre pur legittime esigenze, per come si sta delineando, è l’emblema della scarsa considerazione che si ha verso la scuola e l’istruzione. A parole si riconosce che sono centrali per la formazione della persona e per lo sviluppo economico, ma nei fatti li si penalizza, basti pensare che il Governo ha stanziato 3 miliardi per il salvataggio di Alitalia e solo 1,4 miliardi per mettere in sicurezza l’avvio e lo svolgimento del prossimo anno scolastico».
«Oltre ad avere firmato, da cittadino catanzarese, la petizione degli studenti – prosegue – ho apposto da consigliere regionale un’altra firma (assieme al collega Luigi Tassone) formalizzando un’interrogazione alla Presidente della Regione, perché intervenga al fine di evitare che la Provincia di Catanzaro (che per l’opera si avvale di fondi regionali pari a 5.004.000,00) disattenda i precedenti atti e accordi presi anche con la Regione, qualora destinasse la struttura a finalità diverse da quelle per le quali i fondi sono stati erogati. Alla Presidente della Regione – sottolinea Pitaro – abbiamo chiesto se è a conoscenza di quanto sta accadendo e cosa intenda fare per assicurare la realizzazione della nuova sede del “Liceo Siciliani” e se non intenda valutare l’opzione di recedere dalla concessione del finanziamento per inadempimento dell’Amministrazione provinciale o se intenda trovare altra possibile soluzione». «Tuttavia, l’interrogazione (un atto ispettivo dei consiglieri regionali previsto dall’art. 23 del Regolamento del Consiglio) formalizzata l’11 maggio, ossia un mese addietro, pur avendo la presidente Santelli (art. 121 del Regolamento) “l’obbligo di dare la risposta all’interrogante consigliere non oltre 20 giorni dalla ricezione della stessa” – conclude il consigliere regionale – rimane tuttora senza esito. Incredibile, ma vero».
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