di Michele Presta
COSENZA La stazione ferroviaria di Cosenza che si trova a Vaglio Lise non è stata presa d’assalto neanche dai pendolari che nelle scorse settimane sono rientrate dal nord Italia all’inizio della “Fase 3”. Nata con l’idea di diventare il più grande centro ferroviario regionale, con gli anni è diventata soltanto terreno di diatriba politica sullo stato di abbandono e scena del crimine relativamente ad episodi di violenza. Così è successo con il sequestro di persona e violenza su minore per il quale è stato condannato a 5 anni e 8 mesi Francesco Mazzei dal tribunale di Cosenza e che il prossimo 22 giugno si presenterà davanti ai giudici della Corte d’Appello di Catanzaro per essere nuovamente valutato. Ma i reati per cui è stato accusato Mazzei, confermano (ancora una volta) quanto quell’angusta struttura di cemento possa essere pericolosa. Nello specifico, Chiara Penna, avvocato di parte civile nel procedimento aveva sollecitato con una querela la procura di Cosenza a svolgere indagini circa le responsabilità di Trenitalia e Ferrovie dello stato per quanto riguarda la sicurezza degli spazi dove, ancora oggi a due anni dall’episodio che vede coinvolta la sua assistita, trovano dimora diversi senza tetto della città. Una richiesta avanzata per capire se la violenza ai danni della propria assistita potesse essere evitata. La procura una prima volta ha avanzato richiesta di archiviazione a cui la parte civile si è opposta trovando accoglimento nella disposizione del gip che invitava ad eseguire entro 60 giorni ulteriori indagini. Accertamenti che non sono mai stati svolti e tutt’ora il procedimento rimane contro ignoti per queste ragioni alla nuova richiesta d’archiviazione è stata presentata una seconda opposizione. La decisione è giustificata dalla relazione redatta dalla Polizia Ferroviaria di Reggio Calabria e confluita nel fascicolo del procedimento. Il 7 settembre del 2018 alle ore 13.oo in servizio a Vaglio Lise non c’era nessuno «era impresenziato da personale in servizio, in quanto impegnato in altre attività esterne ed in congedo» è scritto nella relazione. Tecnicamente sarebbero dovuti essere sei gli agenti in servizio, ma nessuno di loro c’era perché in maniera del tutto legittima erano impegnati in altri tipi di controllo o in congedo. Vaglio Lise rimane sguarnita dai controlli, il personale destinato a quella che sembra essere un oasi nel deserto destinato ad altro e gli accordi annunciati da Trenitalia e Ferrovie dello Stato e Rete Ferroviaria italiana che annunciavano di aver raggiunto un accordo per potenziare le misure in atto al fine di garantire sorveglianza e sicurezza anche nelle stazioni almeno per quella di Cosenza secondo i querelanti non è adeguato. «Non si può, dunque, escludere una responsabilità determinata dall’omissione di atti d’ufficio da parte di chi aveva l’obbligo giuridico di intervenire al fine di garantire la sicurezza nei locali della Stazione ferroviaria di Cosenza e per incuria non lo ha fatto», è la chiosa finale della nuova opposizione. Si attendono, quindi, ulteriori sviluppi. (m.presta@corrierecal.it)
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