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Corigliano Rossano, un anno di governo Stasi. Il bilancio di Zangaro, Alboresi, Madeo e Scarcello

I quattro consiglieri comunali, due di maggioranza e due di opposizione, tirano le prime somme. Madeo: «Tante parole e pochi fatti». Scarcello: «Non si è distinto dagli altri». Alboresi: «Guida isp…

Pubblicato il: 11/06/2020 – 21:45
Corigliano Rossano, un anno di governo Stasi. Il bilancio di Zangaro, Alboresi, Madeo e Scarcello

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO
La politica è un po’ come il calcio. A seconda della squadra per la quale si fa il tifo quel rigore è netto o inesistente. Le similitudini con la gestione della res publica non mancano, soprattutto se ci si siede da una parte o dall’altra dell’emiciclo di un Consiglio comunale.
Ad un anno esatto dall’elezione di Flavio Stasi quale primo sindaco della storia di Corigliano Rossano è tempo di un primissimo bilancio. Due consiglieri comunali di maggioranza – Alessia Alboresi e Liliana Zangaro – e due di opposizione – Rosellina Madeo e Vincenzo Scarcello hanno tirato le somme e detto la loro al Corriere della Calabria.
«NÉ PEGGIO NÉ MEGLIO DEGLI ALTRI» È indubbio, comunque, come la città abbia percepito poco o nulla dell’azione amministrativa a trazione Stasi, al quale i coriglianorossanesi hanno tributato percentuali quasi bulgare, lo scorso 10 giugno 2019.
«Una “spinta” che per molti avrebbe dovuto tradursi in grandi rivoluzioni e rotture di netto col passato, in questa delicatissima fase di “costruzione” della città nuova, mentre nulla è cambiato rispetto alle gestioni precedenti. È questo il pensiero di Vincenzo Scarcello, uomo pragmatico delle istituzioni, già presidente del Consiglio comunale di Rossano. «Stasi non è né meglio, né peggio degli altri», afferma il rappresentante – oggi – dell’Udc. «Non sta facendo altro che comportarsi come Stefano Mascaro, a dispetto delle asprissime critiche che gli tributava». Tradotto? «Predica bene e razzolare male».
«La cosa più grave che ha fatto in questi primi dodici mesi – spiega Scarcello – è non essere entrato in possesso del sito di Insiti. Ha messo in piedi una gestione abbastanza approssimata degli uffici comunali, sballottolati da una parte all’altra della città senza un reale progetto da esporre ai cittadini e ai dipendenti. Al di là delle emergenze vissute, credo che Stasi non abbia ben chiaro un progetto di sviluppo di questa città e non abbia capito che cosa sta gestendo. La sensazione è che stia navigando a vista ed è gravissimo perché se non si ha un comune denominatore o una linea da seguire, si rischia di sbandare, scontentando tutta la popolazione. Credo anche che la sua amministrazione non si sia distinta dalle altre. Lui sta facendo né più, né meno quello che facevano Stefano Mascaro a Rossano e Giuseppe Geraci (si dice sia stato sponsor proprio Stasi alle elezioni, ndr) a Corigliano e che ha sempre criticato. Sulla gestione del verde pubblico e sulle nomine dirigenziali in comune, il sindaco ha ripercorso le stesse tappe del suo predecessore, tanto osteggiato».
Nel bocciare su tutta la linea l’Amministrazione Stasi dopo un anno di governo, per avvalorare la sua tesi, Vincenzo Scarcello cita anche le esternalizzazioni. «Ha assunto un dirigente per l’area tecnica ed ha esternalizzato la stesura del bilancio comunale, ha smantellato l’ufficio legale e spende molto di più in incarichi esterni, contestava l’affidamento della riscossione dei tributi ad una società esterna e non è riuscito a internalizzare il servizio, sullo Statuto è in ritardo colposo, non è riuscito a modificare alcun regolamento, non ha fornito nessuna risposta sui livellari che stanno creando un danno gravissimo alle casse comunali. Cosa si viole di più?» termina l’ex consigliere provinciale e presidente del Consiglio comunale di Rossano.
«TANTE PAROLE E POCHI FATTI» Rosellina Madeo, anche lei già presidente del Consiglio comunale di Rossano, l’ultima prima della fusione, sotto la gestione Mascaro, offre un altro punto di vista sull’«assolutismo» del sindaco di Corigliano Rossano. «Non ascolta le opposizioni, che non degna nemmeno di una risposta, rispetto alle tante sollecitazioni che inoltriamo. C’è uno scarsissimo coinvolgimento rispetto alle decisioni assunte dal Consiglio comunale – afferma Rosellina Madeo – ed una mancata partecipazione attiva nel ruolo che democraticamente ci è stato conferito. Più volte abbiamo teso una mano che Stasi ha puntualmente rifiutato, come le istanze che gli abbiamo inviato, mai tenute in alcuna considerazione».
«Io vedo un sindaco affannato e solo nella sua azione amministrativa. Abbiamo provato ad aprire un dialogo – spiega ancora – pur nella distinzione dei ruoli ma senza successo. Stasi in quest’anno di governo è stato di tante parole e pochi fatti, ha dottato più pesi e più misure e avvertito le opposizioni come un fastidio. Tante parole – insiste Madeo – tante scuse pronte mentre la colpa è sempre di qualcun altro. Ha voluto candidarsi? Ora deve fornire delle risposte e come sta gestendo la tempesta in cui si sta infilando è un problema suo. Mi auguro, per il bene della città, che inizia a progettare perché fino ad oggi è andato a tentoni da uomo solo al comando».
«DISCONTINUITÀ E TRASPARENZA» Liliana Zangaro, per la prima volta seduta in consiglio, ha sostenuto Stasi. Da anni si occupa di randagismo e, coerentemente con le sue idee, proprio nei giorni scorsi ha rassegnato le sue dimissioni dalla “delega” affidatagli dal primo cittadino sul fenomeno.
«Il segnale più forte di discontinuità e trasparenza – dice – c’è stato con il riconoscimento di 295 debiti fuori bilancio tra dicembre e gennaio. Abbiamo iniziato il nuovo anno con una pagina bianca sulla quale scrivere una nuova storia rispetto alla tenuta dei conti pubblici, come la rivoluzione delle delle tariffe mensa. E poi la vertenza sulla pubblica illuminazione – spiega Zangaro – è stata storica. A volte non è il risultato, ma le strade che si percorrono ed il metodo a contraddistinguere una pubblica amministrazione. Non si poteva far finta di nulla con una variante in corso d’opera del contratto, pari a circa 8 milioni d’euro rispetto ai 16 milioni originariamente previsti ed un bando di gara dell’appalto pubblico che ne prevedeva espressamente il divieto. Prima dell’avvento dell’amministrazione eletta del nuovo Comune di Corigliano Rossano guidata dal sindaco Flavio Stasi non c’erano mai stati, che io ricordi, atti diretti ad impedire il concretizzarsi di modifiche così sostanziali».
E poi il più recente ripristino della «legalità e della bellezza» a Schiavonea con la demolizione del lido Arca di Noè non è «niente affatto un atto dovuto visto» come sostengono le opposizioni. Per Liliana Zangaro, ancora, il reparto Covid è «segno tangibile di una città che non ha paura e che vuole fare la sua parte, che pensa ad individuare le armi per combattere piuttosto che aspettare sotto il letto un nemico che è bravo a giocare a nascondino».
Alla Zangaro non manca lo spirito critico quando si parla di esperienza. «La giunta è costituita da giovani donne e uomini. Manca l’esperienza ma non l’entusiasmo e le capacità. La paura di sbagliare ed il peso delle responsabilità in questo primo anno, forse, hanno un po’ inciso nelle scelte ed anche nella loro autonomia. Ma gli assessori tutti, ora sono cresciuti, insieme agli stessi uffici, nonostante le carenze di personale, che finalmente viaggiano all’unisono, e lo stanno dimostrando». Liliana Zangaro rammenta le emergenze nel computo del “bene” e “male”. «Il sindaco – riferisce ancora – si è concentrato sin dal mese di settembre su sanità ed emergenza rifiuti. Questioni che lo hanno assorbito, ma che lo hanno visto protagonista nel fare, finalmente, rete, creando una squadra di Primi cittadini che rivendicano diritti per un territorio e non per i singoli comuni amministrati. Sono sicura che raccoglieremo presto i frutti di questo lavoro diretto ad unire» conclude Liliana Zangaro.
«PRINCIPIO DI LEGALITÀ COME DOGMA ASSOLUTO» Per Alessia Alboresi, anche lei alla prima esperienza in consiglio comunale, in questo primo anno di governo Stasi «ha funzionato sicuramente l’energia e l’entusiasmo profuso da ognuno di noi nell’espletamento delle proprie funzioni. Una energia e un entusiasmo che si sono tradotti in un esercizio di ascolto quotidiano e capillare, in una apertura al dialogo, spogliata dal pregiudizio e preconcetto verso tutta la grande città. Ciò ci ha permesso, ad esempio dal punto di vista culturale, che è prettamente il mio ambito di interesse, di lavorare fin dalle prime azioni ad un progetto finalizzato a dare gli strumenti necessari a tutti i cittadini per una piena consapevolezza ed un rinnovato orgoglio di appartenenza a una storia e a una tradizione culturale ricca e feconda». È nelle linee programmatiche, aggiunge Alboresi «dare Corigliano Rossano un ruolo centrale e di protagonista culturale, attraverso la esaltazione dei suoi monumenti e beni in una dimensione regionale, nazionale e internazionale». Il consigliere comunale annuncia il lancio, a breve, di «un manifesto culturale», cita fra le iniziative realizzate “La Settimana della Memoria” e il centenario di Rodari.
«Ha funzionato la trasparenza amministrativa – aggiunge – e il faro del principio di legalità che ci guida come un dogma assoluto; qui penso all’atto compiutosi la settimana scorsa di demolizione del lido Arca di Noè, con il ripristino di un tratto di spiaggia bellissimo nel cuore di Schiavonea. Non ha funzionato l’inesperienza, pagata in termini di gestione e relazione con l’apparato burocratico che fisiologicamente si irrigidisce di fronte al cambiamento e che forse ha rallentato la nostra azione riformatrice. E non funziona ancora bene – conclude Alessia Alboresi – la circolazione delle informazioni tra i membri dell’amministrazione. Presi dal raggiungimento dell’obiettivo più che da quello dell’annuncio, abbiamo mancato di una corretta e lineare comunicazione con la cittadinanza». (l.latella@corrierecal.it)

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