COSENZA Asili nido e ludoteche, sono davvero pronte a ripartire? I documenti disposti dal Governo dicono di sì, quello che succede nelle realtà cittadine dice tutt’altro. Cosenza non ne rappresenta l’eccezione ed è per questo motivo che una nutrita delegazione di educatrici insieme ai rappresentanti sindacali Mariana Porio (Cgil) ed Eugenio Superbo (Cisl) si sono ritrovati in piazza dei Bruzi per chiedere un incontro con l’amministrazione comunale e stabilire insieme una strategia comune di ripartenza che tuteli non soltanto la sicurezza di bambini e degli addetti del settore ma anche posti di lavoro e gli stipendi. Dal capo di gabinetto, che ha ricevuto una delegazione in rappresentanza dei manifestanti, i lavoratori hanno strappato la promessa di una convocazione a breve per concertare insieme una strategia ma le perplessità in vista del 15 giugno (data dal via libera a questo tipo di attività) aumentano giorno dopo giorno. Tutti i lavoratori che prestano il loro servizio in cooperative di tipo A (servizi essenziali) si trovano in questo momento in cassa integrazione a zero ore. Difficoltà alle quali si aggiungono i ritardi nei pagamenti da parte del comune di Cosenza a causa del dissesto e che non si sbloccheranno prima dell’approvazione del bilancio riequilibrato «Le educatrici hanno voluto sensibilizzare l’amministrazione comunale perché sulle fasce dei più piccoli non c’è stata nessuna comunicazione -spiegano i sindacati-. Le educatrici sono qui per il benessere dei bambini e delle famiglie oltre al loro. Per le disposizioni istituite per contenere la pandemica abbiamo dovuto chiudere tutte le strutture ma non possiamo dimenticare che i bimbi hanno delle esigenze. Riaprire come centri estivi anche a chi ha tra 0 e 3 anni è importante ma in questo momento non siamo pronti, per questo dobbiamo confrontarci per arrivare a settembre preparati affinché ai bambini possano essere ridati spazi in modo tranquillo». L’intenzione delle educatrici è quella di sperimentare dalla città di Cosenza un modello che possa essere positivo e replicabile per il futuro. «Gli asili nido cittadini hanno spazi esterni dove sperimentare tipi di distanziamento -spiega Mariana Porio -. Altre regioni dove il Covid è stato più presente che da noi hanno riaperto prima gli asili nido, mi riferisco al Veneto. Anche noi potremmo dare il nostro contributo, dare una esperienza positiva in Italia, lavorare in senso buono, non soltanto aprendo i ristoranti. Ne hanno bisogno i bambini e ne hanno bisogno soprattutto le loro famiglie». (mi.pr.)
x
x