MONZA Ditte di sicurezza privata imposte con la forza ai gestori di bar e discoteche, scelta delle postazioni per venditori ambulanti e risoluzione di eventuali “controversie”, oltre allo spaccio di droga, all’usura e al recupero crediti. Così l’ndrangheta manteneva le sue radici ben piantate in provincia di Monza e Brianza, in particolare nei comuni di Seregno, Desio, Giussano, Verano Brianza, Meda, Carate Brianza e a Mariano Comense (Como), e per mano dei cugini Umberto e Carmelo Cristello, legati alla stessa famiglia al centro della maxi inchiesta “Infinito” del 2010. E’ quanto emerso dalle indagini coordinate dal Procutatore aggiunto Alessandra Dolci e dai pm Cecilia Vassena e Sara Ombra, dei carabinieri del Nucleo investigativo di Monza e del Nucleo radiomobile di Cantù (Como). «Chiamo il direttore del locale e gli dico… Non ti permettere di fare venire un altro da Milano a lavorare dove ci siamo noi», ha detto intercettato al telefono uno degli arrestati, «perché tu venerdì sera apri, il sabato veniamo noi, ti tiro giù tutta la sicurezza e i buttafuori e chiudi…» E, ancora, «gli sparo quattro colpi in testa e gli faccio saltare il cranio… Prendilo e portalo dove vuoi, me lo porti perché sennò vado io a casa sua stanotte…». A margine c’era anche una prolifera attività di narcotraffico internazionale di cocaina, hashish e marijuana approvvigionato attraverso il canale franco-iberico e destinato alla distribuzione in Italia e anche in Germania e denaro prestato a tassi follia imprenditori e privati cittadini. Tra gli arrestati per droga anche due fermati grazie alla collaborazione della Gendarmeria Francese. Droga e armi sequestrate a casa di familiari degli indagati, perquisizioni ancora in corso. Sono state 22 in tutto le misure cautelari disposte nei confronti di 22 soggetti, di cui 21 italiani e un serbo (16 misure di custodia cautelare in carcere, 4 agli arresti domiciliari, 2 obbligo di dimora) tutti ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione e acquisizione indebita di esercizi pubblici, tutti reati commessi con l’utilizzo del metodo mafioso nonché detenzione e porto abusivo di armi ed associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. La complessa attività investigativa è stata sviluppata dal Nucleo Investigativo dell’Arma monzese e dai militari della Compagnia di Cantù e coordinata dalla Dda di Milano.
I COMPLIMENTI DEL MINISTRO DELLA DIFESA «Faccio i complimenti all’arma dei carabinieri per la brillante operazione eseguita stamane all’alba dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Monza e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano».Così il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha commentato l’operazione condotta contro la ‘ndrangheta che ha portato a ventidue misure cautelari, per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e acquisizione indebita di esercizi pubblici, nonché porto abusivo di armi e associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. «In una fase di rilancio del Paese e con in vista importanti investimenti l’attenzione deve essere alta. Non possiamo permettere che le mafie possano distruggere l’economia e lo sviluppo. Lo Stato c’è ed è più forte” conclude Guerini facendo i complimenti anche alla Polizia di Stato per la brillante e vasta operazione in molte città d’Italia contro un gruppo criminale dedito al narcotraffico internazionale di cocaina ed eroina».
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