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Gratteri riapre la «ferita» del Tribunale di Rossano. «Le istituzioni riprendano la vertenza»

L’appello di Luigi Pirillo, già consigliere dell’ordine degli avvocati di Rossano, a «riprendere la battaglia ad ogni livello ed in ogni sede» richiamando l’attenzione dei cinque parlamentari del t…

Pubblicato il: 12/06/2020 – 21:17
Gratteri riapre la «ferita» del Tribunale di Rossano. «Le istituzioni riprendano la vertenza»

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Le parole di Nicola Gratteri hanno letteralmente riaperto una ferita mai rimarginata. Durante l’audizione in Commissione parlamentare Antimafia, il procuratore capo della Dda di Catanzaro, ad un certo punto ha ripescato le storture della riforma Severino, citando il caso emblematico della soppressione del Tribunale di Rossano (qui la notizia).
Affermazioni che sono arrivate dritte come un pugno nello stomaco a tutti i coriglianorossanesi, a quelli che per anni hanno protestato, provando a far capire che quella riforma delle circoscrizioni giudiziarie – almeno da queste parti – avrebbe creato nient’altro che disservizi e problemi, se è vero com’è vero che il baricentrico e ultracentenario palazzo di giustizia Rossanese, già sede di Corte d’appello è stato accorpato ad un altro Tribunale – quello di Castrovillari – tre volte più piccolo.
Anni di manifestazioni davanti al Tribunale e in giro per l’Italia, scioperi della fame – tra qui quella dell’allora “movimentista” Flavio Stasi – viaggi in bicicletta fino a Roma, audizioni, visite di ministri, parlamentari, presidenti di Regione, tutti i sindaci del territorio e pletora seguente, non sono serviti a nulla, nemmeno a far capire che un presidio di giustizia come quello di Rossano non poteva essere sottratto ad una terra difficile qual è la Sibaritide.
La chiusura del Palazzo di Giustizia di Rossano è una cicatrice mai cauterizzata e tutti, da queste parti, si augurano che le parole di Nicola Gratteri possano squarciare quei silenzi – seppur alimentati da corposi dossier che sostengono che i tribunali da chiudere in Calabria erano ben altri – che hanno avvolto la vicenda.
Tra quelli che non hanno mai metabolizzato la riforma Severino, c’è l’avvocato Luigi Pirillo, già consigliere comunale, consigliere dell’ordine degli avvocati, tra i fondatori della Fondazione Avvocati Foro di Rossano.
«Non credo di sbagliare e di non interpretare un pensiero comune a tutti i cittadini del territorio dell’ex circondario del Tribunale di Rossano – afferma Pirillo – se dico che non dobbiamo mollare la presa sul fronte delle rivendicazioni e delle iniziative volte a porre rimedio al torto fatto a questa area territoriale, con la soppressione del nostro presidio di giustizia. E ritengo che una simile considerazione debba essere patrimonio dei nostri rappresentanti politico-istituzionali, a livello nazionale, regionale e comunale».
La recente «autorevolissima presa di posizione in Commissione Antimafia del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, che peraltro non è nuovo a simile pensiero, avendolo già espresso più volte, circa l’ingiustizia della soppressione del Tribunale di Rossano, a vantaggio di altri, segnatamente di quello di Paola, non lascia dubbi ed alibi a nessuno. Personalmente ritengo che in Calabria e nelle altre aree ad alta densità criminale, non possano essere chiusi i Tribunali. Ma, di certo, le peculiarità del nostro territorio, che tutti conosciamo e che non v’è necessità di rievocare, consentono di riaffermare senza tema di smentita che il nostro presidio di giustizia non poteva essere chiuso», aggiunge Luigi Pirillo. Il quale rimarca come a livello nazionale, «fra quelli che più di ogni altro possedeva i requisiti per non essere chiuso e che, pertanto, debba essere ripristinato, allora non resta che riprendere la battaglia ad ogni livello ed in ogni sede».
Luigi Pirillo, insomma, soffia sulla cenere per riaccendere la brace che per tanto tempo ha arso invano. E per questo si appella con grande forza ai parlamentari Abate, Baldino, Forciniti, Sapia e Scutellà, ed i consiglieri regionali Bevacqua, l’assessore e Graziano che rappresentano il territorio e «non possono rimanere inerti ed insensibili rispetto all’assist fornito loro dal procuratore Gratteri».
Pirillo chiama in ballo anche il sindaco di Corigliano-Rossano e degli altri 18 comuni ricadenti nel territorio che costituiva il circondario del Tribunale, ma anche la presidente della Regione, Jole Santelli. «Tutti hanno il dovere di attivarsi sinergicamente – insiste – ciascuno nelle rispettive sedi e per le rispettive competenze, pretendendo doverosamente anche l’attenzione e l’iniziativa del presidente della Regione Santelli, per invocarne a gran voce la riapertura, sussistendone tutte le condizioni rispondenti, peraltro, ai requisiti posti dalla normativa in tema di riforma della geografia giudiziaria, che sono stati stracciati per addivenire alla chiusura del nostro Tribunale».
In tutto questo, in un momento particolarmente delicato quale quello attuale, determinato pandemia «risulta ancora più evidente che sussiste la necessità di ripristinare il nostro presidio di giustizia, essendo più che palese l’insufficienza dell’edificio che ospita il Tribunale di Castrovillari, innegabilmente già in origine non strutturato per accogliere l’organico dei magistrati e del personale di cancelleria e l’utenza di due Tribunali riuniti, mancando gli spazi necessari per assicurare quel distanziamento sociale che è ineludibile esigenza per la tutela della salute pubblica».
Per l’avvocato Pirillo, in un contesto del genere, «in cui peraltro la soppressione del nostro Tribunale ha determinato un innegabile sensibile peggioramento del servizio giustizia nel territorio essendo il Tribunale di Castrovillari fra gli ultimi cinque d’Italia, tutti devono sentirsi impegnati per raggiungere il comune obiettivo di eliminare una incontestabile ingiustizia commessa ai danni di questo territorio, le cui ragioni non sono state correttamente valutate nel momento in cui lo Stato ha deciso di battere ritirata in quest’area e di rendersi scientemente latitante rispetto ad un suo precipuo dovere di assicurare legalità e tutela ai cittadini».
Parole dure, quelle di Luigi Pirillo convinto che ognuno dei rappresentati politico-istituzionali debba fare «il proprio dovere che deriva dalle investiture ricevute».
«A loro faccio appello – chiosa l’ex consiglire dell’ordine degli avvocati di Rossano – affinché svolgano con convinzione ed energia quel ruolo cui rispettivamente sono stati chiamati che è comune a tutti: quello di difendere il territorio e gli interessi della sua popolazione». (l.latella@corrierecal.it)

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