CATANZARO «Sono emerse criticità e un aumento anomalo di pazienti da dializzare». Aned (Associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianto) solleva preoccupazioni dopo l’incontro dei propri rappresentanti (Rocco Lagano e Pasquale Scarmozzino) e l’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio, rappresentata dal direttore Gianluca Raffaele e dal primario facente funzioni di nefrologia Salvatore Chiarella.
«Le criticità – sottolinea la nota diffusa al termine del confronto – sono tali da togliere il sonno e, tutte, attinenti alla gestione opaca da parte dell’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. La preoccupazione, per chi come Aned tutela da 48 anni i malati di reni, nasce dal numero imponente di pazienti ambulatoriali che si trovano a combattere la malattia ormai al 5° ed ultimo stadio prima della dialisi. Oggi – specifica Aned –, ci ritroviamo con 40 pazienti pronti alla dialisi: 20 al Pugliese Ciaccio che come sempre si sobbarca tutte le difficoltà dell’area centro, anche quelle non sue, 9 nell’area jonica soveratese, 5 nell’area lametina tirrenica e, riteniamo, almeno 6 nel Policlinico Mater Domini».
Secondo Aned «non mancano i posti reni artificiali disponibili: Catanzaro e provincia hanno a disposizione posti rene per trattare 340 pazienti, ben oltre quindi gli attuali 244 pazienti. Ma dov’è il personale?», ci si chiede.
«L’Asp di Catanzaro – continua la nota – fino a poco tempo era, e riteniamo ancora sia, l’unica azienda calabrese a non avere presentato il suo fabbisogno nefrodialitico alla Regione». E questo secondo Aned «la dice lunga sulle reali responsabilità di questa situazione critica. Praticamente nell’Asp catanzarese risulta inesistente la pianificazione e con essa la prevenzione delle Malattie Renali Croniche e quindi la gestione. I centri dialisi sono oggettivamente al limite delle loro possibilità umane ad affrontare la normale gestione, specie al Pugliese dopo il lungo periodo stressante di pandemia Covid-19, soprattutto per personale infermieristico carente, operatori socio sanitari inesistenti, e qualche nefrologo mancante o mal distribuito nei centri».
E la Regione? Secondo Aned non ha aiutato, anzi. Perché «la presidente della Regione Jole Santelli ha dato il colpo di grazie a questa situazione critica nefrodialitica nel momento in cui invitando – noi siamo con lei – i cittadini italiani a venire in Calabria non ha tenuto conto di quanti potenziali dializzati e trapiantati potessero occupare le nostre strutture. Come unica e grande associazione di pazienti renali si rivolgono a noi per sapere, chiedere come e quando poter venire, visto che – giustamente – e per i motivi di carenza di personale prima richiamati la nostra presidente li ha invitati a scendere in Calabria. Abbiamo contezza cosi dei tanti drammi familiari che spesso tali pazienti hanno al di la della malattia e per questo Aned ha messo a disposizione un supporto psicologico con numero verde 800909210».
Infine un appello alla presidente: «Le chiediamo di ascoltarci, di non seguire il comportamento del suo predecessore e al commissario prefettizio dell’Asp Luisa Latella, precedentemente con noi molto affabile e incisiva, di convocarci immediatamente per affrontare insieme questi problemi, vero dramma dei pazienti cronici renali. Da parte nostra ribadiamo l’importanza assoluta della dialisi turistica, grandissima medicina per la cura almeno parziale e solo morale della dialisi turistica che da anni, su grande pressione della nostra associazione, riusciamo ad offrire ai turisti, in maggioranza nostri corregionali residenti lontano dalla nostra terra».
x
x