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La festa è già finita

La nomina dei componenti di commissione a Palazzo Campanella non compatta, anzi lacera la maggioranza. Tra “accordi” venuti meno e “accuse” alla governatrice di aver accentrato tutte le decisioni l…

Pubblicato il: 13/06/2020 – 11:06
La festa è già finita

CATANZARO Fine dei giochi, game over, le jeux son fait. La maggioranza di Palazzo Campanella se l’è detta in tutte le lingue: «così non si può continuare». L’accentramento delle decisioni da parte del presidente Jole Santelli rischia di allontanare definitivamente sia i “meloniani” che i “salviniani” scontenti dopo la composizione della giunta e ancora di più dopo l’elezione dei presidenti delle commissioni consiliari. «Gli accordi erano altri». C’è chi è pronto a giurare che adesso si sarebbe superato il limite di sopportazione al punto tale che dovrebbe tenersi anche un vertice con gli eletti per cercare di chiarire la situazione e tentare di  affrontare il futuro prossimo in un clima disteso dando concretezza agli slogan e ai proclami che in questi mesi si sono rincorsi ma che non hanno trovato attuazione. Un clima da guerra fredda, senza armi ma a colpi di dichiarazione e minacce, partito dal giorno in cui la neo governatrice ha portato sul tavolo della giunta i curriculum di Sandra Savaglio e Sergio De Caprio (Capitano Ultimo) che sono costati due poltrone rispettivamente a Lega e Fratelli d’Italia, rappresentati in giunta soltanto da Nino Spirlì e Fausto Orsomarso. La “pillola” è stata ingoiata dalle due forze di centrodestra soltanto dietro la promessa che con la scelta dei presidenti di commissione, le cose sarebbero andate diversamente, ma così non è stato. Due commissioni permanenti ciascuno (al punto che è stato necessario creare la sesta pur di far quadrare i conti) già concordate e non affidate a lunghi tira e molla, come invece è successo nella giornata di ieri. Se per la Lega, tutto è filato liscio con l’elezione di Piero Raso alla commissione “Affari generali e istituzionali” e Pietro Molinaro alla neonata “Agricoltura, Turismo e Commercio” così non è stato con Fratelli d’Italia. Seppure gli eletti del partito di Giorgia Meloni, abbiano ottenuto la poltrona della presidenza della commissione “Bilancio” con Giuseppe Neri e “Riforme” con Raffaele Sainato, la loro elezione sarebbe stato il frutto di una lunga contrattazione costernata di momenti di alta tensione e frizioni rugginose. Il nome di Sainato era stato accostato anche alla presidenza della commissione speciale contro la ‘ndrangheta ma a quella “imposizione” il gruppo avrebbe rinunciato sulla scorta che il patto prevedeva l’elezione a due commissioni permanenti. Insomma, un pasticciaccio lungo a cui adesso il presidente Jole Santelli, pur di placare gli animi dovrà rimediare. La maggioranza nonostante il piglia tutto oggi più che mai sembra viaggiare su traiettorie differenti. E l’en plein delle poltrone permette alla maggioranza di buttare giù critiche, basti pensare alla commissione “Vigilanza” da sempre in mano all’opposizione per una sorta di rispetto del contraddittorio sugli atti, da ieri, pur di far quadrare i conti i controllori sono anche controllati. (redazione@corrierecal.it)

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