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«Manna ha salvato il Parco acquatico, Principe getta soltanto fango»

La risposta del Laboratorio Civico di Rende al leader socialista. «Strumentalizzare i fatti, dall’amministrazione comunale nessuna “fregola” elettorale»

Pubblicato il: 15/06/2020 – 18:47
«Manna ha salvato il Parco acquatico, Principe getta soltanto fango»

RENDE «Come al solito Sandro Principe strumentalizza, a modo suo, la vicenda del Parco Acquatico. Ci sono vari passaggi da precisare e da ricordare allo smemorato leader dei riformisti rendesi». Lo evidenzia una nota del Laboratorio Civico di Rende, formazione che appoggia il sindaco Marcello Manna. «Il sindaco di Rende – si legge in una nota – è riuscito a completare una struttura trovata nel 2014 non proprio in “un’avanzata fase di esecuzione” come dice Principe, tutt’altro. La memoria noi l’abbiamo fresca. E vogliamo rinfrescarla anche a chi, puntualmente, non perde l’occasione per buttare fango e scrivere cose non vere. Ricordiamo a Sandro Principe che questa meravigliosa idea del “mare in città” poteva restare una cattedrale nel deserto, ma grazie all’impegno e allo sforzo dell’amministrazione comunale tutto questo è stato evitato». «Questa amministrazione comunale – continua la nota – è riuscita ad intercettare e prendere un finanziamento dalla regione Calabria di 3 milioni e 680 mila euro proprio per migliorare una struttura che mostrava ancora troppi elementi mancanti. Veniamo alla seconda triste accusa mossa da Principe. Il consigliere comunale d’opposizione dei riformisti rendesi dice che “per ragioni elettorali si è proceduto a predisporre un bando di gara con un meccanismo che consente, anche a imprenditori improvvisati, di concorrere a vincere, con l’avallo di soggetti che, ultimate le procedure, scappano lasciando sul campo l’imprenditore locale, spesso privo di mezzi finanziari”. Bene, pure in questo caso, il consigliere comunale Sandro Principe ha una visione molto provinciale e ci meravigliamo di questo, anche perché è stato un politico di alto livello. Il sindaco di Rende non ha affidato la struttura per “la fregola elettorale”. Forse “la fregola” c’è stata perché si stavano pagando dei costi altissimi di vigilanza? O il Comune avrebbe dovuto ancora sostenere tale costo per tanto tempo? Costi di vigilanza che erano arrivati a ben 300mila euro».
«Ma forse Principe – prosegue la disamina del Laboratorio Civico – è abituato che il bene pubblico sia a carico dei cittadini. Questa è stata del resto la sua strada per tanti anni. Il collaudo del Parco Acquatico è stato fatto nel febbraio 2017. E sono stati fatti lavori di manutenzione per 40mila euro. Era meglio aspettare la fine della campagna elettorale del 2019 per affidare la gestione dell’opera? Ricordiamo a Principe che nella testa del sindaco non c’era la campagna elettorale e, rispettando i tempi, Manna è riuscito a predisporre un regolare bando internazionale. L’aggiudicazione del parco è arrivata dopo una prima gara andata deserta e alla seconda gara è stata aperta l’unica busta presentata. Quindi non c’è stato nessun tipo di “pressapochismo o superficialità o incapacità di selezionare un soggetto adeguato”, ma tutte le cose sono state fatte con attenzione, scrupolosità e controllo di una gestione che si annunciava non facile di un posto con grandi potenzialità, ma con criticità da affrontare giorno dopo giorno. In questo anno di apertura del Parco acquatico l’amministrazione comunale non è stata con le mani in mano, ma dal novembre del 2019 ha avviato una serie di contestazioni proprio per una gestione che purtroppo non è riuscita ad essere all’altezza della situazione. Siamo convinti che, anche questa volta, il sindaco di Rende affronterà e risolverà a testa alta questo problema».

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