REGGIO CALABRIA «Prevalga il rispetto delle regole basilari della democrazia, senza cui il dibattito politico e qualsivoglia progettualità di sviluppo della Calabria rischiano di appesantirsi di elementi che nocciono alla stessa reputazione della Regione». È quanto sostengono i consiglieri regionali Francesco Pitaro (G.Misto) e Luigi Tassone (Pd) a proposito della nomina del capo dell’Avvocatura regionale da parte della Presidente della Regione.
«Sull’argomento, per il quale il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro ha proposto un ricorso al Giudice del lavoro, abbiamo già segnalato il 30 maggio scorso – aggiungono Pitaro e Tassone – l’enormità della decisione assunta e chiesto alla Presidente di rivederla. Lo faccia adesso, evitando ulteriori perdite di tempo prezioso. Palesemente, si è trattato di una nomina diretta, intuitu personae, che però non rientra nelle facoltà della Presidente che, in tal modo, disattende il diritto degli avvocati interni, una notevole risorsa dell’apparato della Regione, di partecipare ad una regolare selezione di cui non c’è traccia. Inoltre, cosi facendo – aggiungono Pitaro e Tassone – la Presidente non considera la peculiarità della funzione legale all’interno di un Ente pubblico, di chi la interpreta e di chi la coordina. Nell’espletamento corretto ed obiettivo delle loro delicatissime funzioni non solo gli avvocati, ma in particolare la figura del Coordinatore deve assolutamente usufruire della più ampia autonomia decisionale. Tutto ciò, però, non sarebbe possibile, se il Capo dell’Avvocatura regionale, anziché essere al servizio della Regione fosse persona di fiducia del suo Presidente».
x
x