CROTONE Gli uomini del Nucleo Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Crotone, su disposizione dalla Corte dei Conti della Calabria, hanno provvisto al sequestro di beni immobili, conti correnti, quote societarie, e altri beni per un valore di 1.221.823,83 euro alla Scalise Sport Group dei fratelli Armando e Salvatore Scalise, tra Cotronei e Crotone. Tra i beni posti sotto sequestro anche un albergo con centro benessere a Villaggio Palumbo.
Già lo scorso gennaio, agli indagati, era stato notificato un avviso di conclusione delle indagini e l’informazione di garanzia emesso dalla Procura della Repubblica di Cosenza, oltre alle tre segnalazioni di danno erariale alla Corte dei Conti di Catanzaro per l’importo di 1.912.519,00 euro.
Questo risultato dei militari del Nucleo Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Crotone era emerso nell’ambito di specifici controlli di polizia valutaria svolti nel corso dell’anno 2019 nei confronti di una società, gestita dai fratelli Armando e Salvatore Scalise. Lo studio delle movimentazioni avrebbe permesso di far emergere irregolarità riguardanti fatture per operazioni inesistenti, fittizie cessioni di beni già in uso, rendicontazioni di spesa per importi sovrafatturati e distrazione dei beni acquistati.
A conclusione dell’attività erano stati contestati in totale cinque finanziamenti cofinanziati dall’Unione Europea – POR Calabria 2007/2013 – concessi dalla Regione Calabria, di cui la società destinataria del controllo valutario era diretta destinataria o fornitrice di beni nei confronti delle nuove realtà imprenditoriali create. In particolare, i finanziamenti hanno riguardato i lavori di ammodernamento e ristrutturazione di un albergo nella Sila crotonese e l’acquisto di beni ed automezzi da quattro nuove aziende turistiche, di cui tre risultate di fatto non operative, a Camigliatello Silano e presso il Villaggio Palumbo di Cotronei.
Le indagini hanno consentito di disarticolare un sistema fraudolento, secondo la Guardia di Finanza, ideato e orchestrato dai due fratelli Scalise, amministratori della società fornitrice, con la compiacenza e fattiva collaborazione degli altri indagati, titolari di fatto e di diritto di quattro società beneficiarie dei finanziamenti indebitamente percepiti. A seguito di apposite segnalazioni effettuate, la Regione Calabria aveva proceduto alla revoca totale dei finanziamenti concessi e ora la Corte dei Conti ha disposto il sequestro conservativo.
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