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"Libera Fortezza", i divieti del clan al bar concorrente: niente caffè, aperitivi e succhi di frutta

La tentata estorsione ai danni dei soci di una srl. Volevano aprire un’esercizio commerciale che ne avrebbe “danneggiato” uno già esistente nella stessa via e “vicino” al clan Longo-Versace

Pubblicato il: 16/06/2020 – 20:54
"Libera Fortezza", i divieti del clan al bar concorrente: niente caffè, aperitivi e succhi di frutta

di Fabio Papalia
REGGIO CALABRIA Prima ancora che aprisse il bar gli avevano già intimato di non servire caffè, aperitivi e succhi di frutta. Che restasse a Taurianova, oppure andasse ad aprirlo a Reggio Calabria, insomma ovunque tranne che quella via. E’ quanto emerge dall’operazione Libera Fortezza, condotta stamani da Carabinieri e Guardia di Finanza e coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. La disavventura per i soci di una srl con sede legale a Cittanova e sede operativa a Polistena inizia quando nel 2017 decidono di avviare un’attività commerciale di bar, pasticceria, tavola calda e panificio, con produzione in prevalenza di prodotti artigianali senza glutine e destinati a soggetti con intolleranze alimentari, da realizzare a Polistena in via On.le Longo. I soci ottengono le autorizzazioni necessarie e dopo avere espletato l’iter burocratico avviano i lavori di ristrutturazione del locale. Non avevano fatto i conti con l’agguerrita “concorrenza”. Le voci di un certo “malcontento” raggiungono uno dei soci, ma questi le respinge con fermezza lasciando intendere che chiunque si fosse avvicinato con pretese di questo genere sarebbe stato immediatamente denunciato alle forze dell’ordine. Ecco quindi che l’altro socio viene “avvicinato” da Giovanni Sposato, di Taurianova, che secondo l’accusa lo avrebbe incontrato di persona e lo avrebbe avvertito che l’attività che stava per aprire avrebbe danneggiato un suo amico di Polistena, invitandolo a recarsi insieme per parlare.
All’incontro, tenuto presso il bar di Maria Concetta Tibullo, sarebbe stato presente il marito della donna, Luigi Versace. «Voi state venendo qua a Polistena – avrebbe detto Versace alla vittima – potete fare tutto quello che volete tranne bar e pasticceria perché ci siamo noi che viviamo con questo. Qua ci sono le scuole e tutti vengono a fare colazione da noi e non mi sembra giusto che omissis (l’altro socio) pensi di venire qua e di poter fare quello che vuole. Se volete posso darvi una mano a trovare un altro locale sempre a Polistena dove fare l’attività ma in questa zona assolutamente no». L’interlocutore a quel punto gli avrebbe spiegato che l’attività si sarebbe dedicata principalmente a prodotti per celiaci – “ne parlo con la famiglia e ti faccio sapere” avrebbe replicato Versace.
A un successivo incontro, siamo al 13 marzo 2017, Versace si sarebbe recato presso l’attività commerciale dell’uomo, a Taurianova, e lamentandosi che i lavori erano proseguiti gli avrebbe intimato di non installare macchinetta del caffè.
La sera stessa un nuovo incontro quando il socio della srl insieme alla fidanzata si sarebbe recato nel negozio della Tibullo per parlare di nuovo con Versace. Nella conversazione, registrata dalla vittima, la Tibullo avrebbe sottolineato ai due che erano già stati avvisati di non potere avviare l’attività commerciale a Polistena, in quanto erano già stati «chiamati» da «persone di Taurianova». Il giorno successivo un nuovo incontro presso il bar Tibullo, al quale oltre al socio della Srl avrebbero partecipato Luigi Versace, Angelo e Domenico Sposato. In quella occasione, Versace, spalleggiato dai due Sposato, avrebbe intimato di non servire caffè, aperitivi e succhi di frutta, precisando che in passato altre persone avevano provato ad aprire attività concorrenti in quella zona e che lui non lo aveva consentito, aggiungendo infine che «su quella strada esiste una parola data sin dall’epoca di mio padre». Il locale alla fine è stato inaugurato l’1 giugno. Luigi Versace, Maria Concetta Tibullo, Giovanni Sposato e Francesco Domenico Sposato sono accusati di tentata estorsione. (redazione@corrierecal.it)

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