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La «maledizione» dei servizi psichiatrici a Reggio Calabria. La denuncia del Coolap

Il coordinamento dei lavoratori della psichiatria lamenta il mancato pagamento dei corrispettivi d parte dell’Asp e chiede l’intervento delle istituzioni

Pubblicato il: 16/06/2020 – 11:47
La «maledizione» dei servizi psichiatrici a Reggio Calabria. La denuncia del Coolap

REGGIO CALABRIA «Sono anni ormai che il Coolap, il coordinamento dei lavoratori della psichiatria, tenta in ogni modo di far stabilizzare i servizi e di far dare dignità ai lavoratori e ai tanti disabili che aiutano e sostengono senza mai fermarsi. Il tempo delle promesse è finito». È quanto affermano in una nota Vincenzo Barbaro, Filippo Lucisano e Giuseppe Foti nella quale evidenziano i problemi legati ai pagamenti delle cooperative impiegate nelle struttire sanitarie.
«I commissari prefettizi dell’Asp di Reggio Calabria decantano e gridano con forza la parola legalità – si chiedono – ma non dovrebbero essere i primi a rispettare quanto affermano? Vogliamo che il 3 marzo del 2000 il consiglio regionale ha approvato una legge 381/1991, che disciplina attraverso delle norme la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale, nella quale all’articolo 20 chiaramente stabilisce: il pagamento dei corrispettivi, le prestazioni delle cooperative sociali e dei soggetti senza fine di lucro sono parificate a quelle fornite dal personale dipendente dei servizi pubblici».
A detta dei rappresentanti del coordinamento dei lavoratori della psichiatria, «di fatto tutto questo non è mai avvenuto e si ripresenta puntualmente da parte dell’Asp e dei commissari prefettizi una forma di ostracismo nei confronti dei suddetti pagamenti che, fatecelo dire, rappresenta in pieno l’illegalità da loro tanto perseguita».
Barbaro, Lucisano e Foti rammentano, ancora, «a proposito di legalità», che le cooperative «hanno presentato da tempo tutto quanto richiesto per far accreditare le strutture, ma come sempre una burocrazia lenta e poco attenta ai temi del sociale ha bloccato il tutto».
I lavoratori, dunque, intendono inviare «un messaggio chiaro e concreto perché siamo stanchi di essere trattati, insieme a tutti gli utenti, irrispettosamente».
«Abbiamo da sempre sopperito a tutte le mancanze che l’Asp e i suoi dipendenti non riuscivano o non volevano coprire, questo per dare agli utenti il servizio dignitoso che meritano. Siamo stati disponibili ad ogni confronto – spiegano ancora dal Coolap – ma da parte dell’Asp abbiamo trovato sempre un muro che di fatto ha condotto alla situazione attuale che è quella che i pagamenti restano fermi a febbraio. Tutta la politica è stata coinvolta in questo dramma sociale, ma interessano di più i temi che hanno maggiore assonanza mediatica e portano voti. Lo stigma psichiatrico, come una sorta di “maledizione”, mantiene nel limbo e nella noncuranza di tutti, utenti e operatori».
Barbaro, Lucisano e Foti concludono chiedendo «con forza l’intervento di tutte le figure istituzionali, informate dei fatti da tempo, perché non permetteremo che tale sopruso continui. Ci è precluso di sostenere pubblicamente e democraticamente le nostre rimostranze per le restrizioni sanitarie, ma questo non ci impedirà – chiosano – di dimostrare tutto il nostro e dovuto dissenso in ogni altra forma consentita».

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