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Ordinanze estive anti Covid: a Corigliano Rossano ecco gli "steward da spiaggia"

Il provvedimento firmato dal sindaco Flavio Stasi regolamenta gli spazi negli stabilimenti e nelle aree libere: niente libri e giornali in comune, vietato il beach volley

Pubblicato il: 16/06/2020 – 12:39
Ordinanze estive anti Covid: a Corigliano Rossano ecco gli "steward da spiaggia"

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO La stagione balneare 2020 non è certo iniziata – ed in molti casi non lo è ancora – sotto i migliori auspici. L’emergenza sanitaria, i prezzi invariati dei proprietari nel caso delle gestioni dei lidi e i mille rivoli tecnici delle ordinanze non stanno di certo semplificando la vita a chi vuol fare turismo.
Oltre a tutte le raccomandazioni ormai note, il comune di Corigliano Rossano ha levato dal cilindro anche gli “steward da spiaggia”. Ovvero quel personale degli stabilimenti balneari «adeguatamente preparato» che accompagnerà gli avventori all’utilizzo della spiaggia.
Un’ordinanza sindacale emanata in queste ore e firmata dal sindaco Flavio Stasi, riverbera le linee guida della Regione.
STABILIMENTI BALNEARI Partendo dal presupposto che «sarà estesa la concessione per la posa ombrelloni sino ad un massimo del 20 per cento di quello attualmente in essere, l’estensione dell’area da destinare alla posa di sdraio, lettini e ombrelloni dovrà comunque garantire il rispetto della distanza minima tra attività balneari adiacenti».
Nel provvedimento «contingibile e urgente» illustrato dal primo cittadino e dall’assessore all’uso e assetto del territorio, Tatiana Novello, si sottolinea che fra i criteri che lo hanno ispirato v’è «l’esigenza di maggiore spazio atto ad assicurare le distanze anche nelle attività balneari ed il diritto di tutti alla fruizione di spiagge libere».
All’interno delle aree in concessione, al fine di evitare assembramenti, recita ancora l’ordinanza, «è possibile autorizzare strutture prefabbricate per servizi igienici e pronto soccorso, un chiosco omologato per la somministrazione di alimenti e bevande della superficie massima di 25 mq» e considerata la ristrettezza dei tempi non sono necessari «pareri di altri enti». Basta il Comune, dunque.
Ed a proposito dell’adeguata informazione a cui gli stabilimenti dovranno provvedere, ecco gli “assistenti” di spiaggia. Per l’ordinanza è preferibile «l’accompagnamento all’ombrellone da parte di personale dello stabilimento adeguatamente preparato (steward di spiaggia) che illustri ai clienti le misure di prevenzione da rispettare», insieme a tutte le pratiche accessorie come l’igienizzazione delle mani e l’eliminazione dalla «disponibilità di riviste e materiale informativo di uso promiscuo». Niente più libri e giornali in comune sulla spiaggia, dunque.
Altro passaggio chiaro è quello relativo alle mascherine, che ormai stanno sparendo dall’utilizzo collettivo, in barba ai rischi di contagio da Covid-19 ancora preoccupante.
«I clienti – si legge nel provvedimento – dovranno indossare la mascherina tutte le volte che non sono seduti al tavolo».
SPIAGGE LIBERE Per le spiagge libere «il servizio di Protezione Civile predisporrà un’adeguata informazione, su apposita cartellonistica, comprensibile anche per cittadini non italiani, che illustri le misure di prevenzione da rispettare e la condotta da tenere sia in spiaggia che in acqua».
Quindi distanza di sicurezza interpersonale, uso delle mascherine, evitare gli assembramenti e seguire un comportamento «responsabile». «È obbligatorio assicurare un distanziamento tra gli ombrelloni (o altri sistemi di ombreggio) in modo da garantire una superficie di almeno 10 metri quadrati per ogni ombrellone», riporta ancora l’ordinanza, anche se ci sarà da scommettere che sarà dura far rispettare gli spazi. Controllati da chi, poi?
«Tra le attrezzature di spiaggia, lettini, sedie a sdraio, quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1,5 metri; è vietata la pratica di attività ludico-sportive di gruppo, che possono dar luogo ad assembramenti come il beach volley, beach soccer, ecc…», mentre gli sport individuali «che si svolgono abitualmente in spiaggia (es. racchettoni) o in acqua (es. nuoto, surf, windsurf, kitesurf) possono essere regolarmente praticati, nel rispetto delle misure di distanziamento interpersonale».
Legittime misure, dunque. Ma meglio premunirsi anche di un metro e una calcolatrice, insieme all’ombrellone e il telo mare, prima di scendere in spiaggia.

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