CATANZARO Ha chiesto la conferma delle condanne di primo grado il procuratore generale di Catanzaro nel corso della requisitoria per l’appello del processo “Six Towns” nato da un’indagine della Dda di Catanzaro contro la ‘ndrina Marrazzo accusati di avere esteso il proprio potere criminale e i traffici illeciti su Belvedere Spinello, con proiezioni territoriali nei comuni di Rocca di Neto, Caccuri, Castelsilano, San Giovanni in Fiore e Cerenzia.
Il pg ha chiesto la conferma della condanna all’ergastolo di Agostino Marrazzo, considerato il boss del locale di Belvedere Spinello, in provincia di Crotone, accusato anche di essere il mandante dell’omicidio di Franco Iona. Ad essere condannati in primo grado sono stati gli elementi di spicco del clan. Oltre ad Agostino Marrazzo, sono stati condannati anche Giovanni Marrazzo e il “contabile” Sabatino Domenico Marrazzo, rispettivamente a 10 e 8 anni di reclusione. Diciotto anni e 6 mesi sono stati, inoltre, comminati al collaboratore di giustizia Francesco Oliverio, accusato dell’omicidio di Tommaso Misiano, Gaetano Benincasa, Silletta Antonio, Paolo Conte, Giuseppe Loria, del tentato omicidio di Vittorio Salvatore Ferraro, di traffico e spaccio di stupefacenti poiché organizzava i propri corrieri nel territorio da lui controllati.
Condannati, anche i vertici della ‘ndrina di Castelsilano, affiliati alla cosca di Belvedere Spinello. Undici anni e 6 mesi sono stati inflitti a Saverio Bitonti, capo della ‘ndrina, un anno e 4 mesi a Domenico Bitonti, stessa pena per Ignazio Bozzaotra, 2 anni e 4 mesi sono stati comminati a Luigi Bitonti.
Quelli di Castelsilano avevano, secondo l’accusa, il ruolo di coltivare, produrre e commercializzare ingenti quantitativi di marijuana, commettere estorsioni, danneggiamenti e ricettazione.
Condannato in primo grado a 10 anni e 4 mesi il referente di San Giovanni in Fiore, Giovanni Spadafora, detto “il ciommo”. Il ruolo di referente gli sarebbe stato conferito da esponenti della criminalità cirotana e cosentina dopo l’arresto e la collaborazione di Francesco Oliverio. Oltre al “ciommo” è stato condannato anche suo fratello Vittorio, 3 anni e 8 mesi, che si occupava prevalentemente della conduzione di attività di spaccio di sostanze stupefacenti; «interveniva su segnalazioni di suoi concittadini e/o parenti per la risoluzione di controversie e/o furti e danneggiamenti perpetrati sul territorio di ingerenza della ‘ndrina dei sangiovannesi».
Il potere della cosca si estendeva anche in altre regioni, come la Lombardia o la Liguria. Sette anni sono stati inflitti a Pasquale Torromino accusato di traffico di cocaina, quale corriere di Oliverio, nelle piazze a lui assegnate, in particolare quella di Genova. Per tutti loro il pg ha chiesto la conferma della condanna.
LE RICHIESTE Domenico Bitonti, 1 anno e 4 mesi;
Luigi Bitonti, 2 anni e 4 mesi;
Saverio Bitonti, 11 anni e 6 mesi;
Antonio Blaconà, 8 anni, 10 mesi;
Ignazio Bozzaotra, 1 anno e 4 mesi;
Valentino De Francesco, 2 anni;
Salvatore De Marco, 8 anni;
Saverio Gallo, 9 anni;
Antonio Guzzo, 6 anni e 8 mesi;
Fabio Lopez, 6 anno e 8 mesi;
Giovanni Madia, 9 anni e 2 mesi;
Agostino Marrazzo, ergastolo;
Giovanni Marrazzo, 10 anni;
Sabatino Domenico Marrazzo, 8 anni;
Francesco Oliverio, 18 anni e 6 mesi;
Francesco Rocca, 10 anni;
Giovanni Spadafora, 10 anni e 4 mesi
Vittorio Spadafora, 3 anni e 8 mesi;
Ilario Spina Iaconis, 6 anni e 8 mesi;
Paolo Spina Iaconis, 6 anni e 8 mesi;
Pasquale Torromino, 7 anni.
L’udienza è stata rinviata al prossimo 15 settembre per le discussioni delle difese. Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Sergio Rotundo, Tiziano Saporito, Salvatore Staiano, Cesare Badolato, Pietro Mancuso, Antonello Talerico, Antonio Quintieri, Giorgia Greco, Anselmo Mancuso. (ale. tru.)
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