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Un lungo viaggio per salvare le Caretta Caretta, anche nel Crotonese

Il Wwf celebra oggi la “giornata mondiale delle tartarughe di mare” per monitorare le zone di nidificazione e sensibilizzare alla cura di questa preziosa specie. Nidi anche a Capo Rizzuto

Pubblicato il: 16/06/2020 – 7:50
Un lungo viaggio per salvare le Caretta Caretta, anche nel Crotonese

CROTONE Due Caretta caretta con Tag satellitare saranno protagoniste di un progetto di monitoraggio nel Golfo di Taranto, mentre cinque nidi sono già stati messi in sicurezza in Sicilia. Non si fermano le attività di mappatura con i droni e quelle dei volontari e degli esperti nei centri di recupero del WWF. Domani martedì 16 giugno si celebra la Giornata Mondiale delle tartarughe marine, che coincide con il compleanno di Archie Carr, conosciuto nel mondo come “il padre della biologia delle tartarughe marine”, specie a cui ha dedicato la sua intera carriera di ricercatore. Questi animali abitano i nostri mari, nidificano sulle nostre coste e sono protagonisti di importanti progetti del WWF rivolti alla loro conservazione e tutela. La salvaguardia delle tartarughe marine, per l’Italia in particolare della specie Caretta caretta, però, è possibile solo grazie al lavoro di esperti e volontari che, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie d’avanguardia, si occupano di recupero, cura, monitoraggio e protezione di nidi. Solo nel 2019 il WWF in Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia ha coinvolto centinaia di volontari, affiancati da personale esperto, alla ricerca delle tracce di tartaruga marina. I volontari hanno monitorato più di 2.400 chilometri di costa tra Calabria, Basilicata e Puglia e circa 1.000 in Sicilia. 39 i nidi individuati nel 2019, che hanno portato verso il mare circa 2.200 tartarughini.
Erasmus e Alessandra – così sono state chiamate le tartarughe dotate dei tag – sono state dotate di dispositivi messi a disposizione da Jonian Dolphin Conservation ed acquisiti nell’ambito del progetto Ketos, realizzato con il contributo di Fondazione con il Sud.
Grazie ai sistemi satellitari per gli esperti sarà sempre più facile comprendere abitudini e spostamenti di questi rettili marini la cui ecologia è ancora poco conosciuta. Anche se è ancora prematuro affermarlo, le due tartarughe sembrano essere fedeli a quest’area epipelagica, dalla superficie a 200 m di profondità. Il ritrovamento di questi nidi conferma l’importanza della sensibilizzazione da parte dei volontari e della collaborazione con i gestori degli stabilimenti balneari e con turisti e bagnanti, grazie ai quali molti vengono individuati. infatti l’attività di Citizen Science and Conservation che gioca un ruolo chiave nel favorire la conservazione della biodiversità, coinvolgendo la cittadinanza nella difesa della Natura. Fondamentale è anche l’attività della rete dei centri di recupero e primo soccorso delle tartarughe coordinati dal WWF e presenti a Policoro (MT), Molfetta (BA), Torre Guaceto (BR), Favignana (TR), Capo Rizzuto (KR), Rovigo (RO) e Massa (MS). Negli ultimi 3 anni questi centri grazie all’abnegazione degli operatori e dei volontari hanno trattato più di 500 tartarughe l’anno con una buona percentuale di animali curati, anche attraverso delicati interventi chirurgici, e successivamente rilasciati.

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