AOSTA A Nicola Prettico «piaceva l’idea di mettere a disposizione la sua discoteca per una iniziativa di beneficenza» a favore «della squadra di calcio che seguo a San Giorgio, dove preparo ragazzi per togliere manovalanza alla criminalità organizzata». Lo ha detto durante il processo Geenna ad Aosta il parroco di San Giorgio Morgeto, Don Antonio Sorrentino, in riferimento a un’iniziativa che aveva concordato con Prettico nel 2015, prima delle comunali. L’obiettivo era di «raccogliere fondi per il nostro progetto ma la serata» nella discoteca Prince «non si fece per suoi impegni elettorali. Mi sono meravigliato del mancato svolgimento, ma accetto tutto». In ogni caso «Prettico non mi chiese mai esplicitamente sostegno per la sua campagna elettorale, non mi diede santini».
Nell’ordinanza del gip di Torino si legge che «emerge che Prettico abbia chiesto a Sorrentino Antonello di partecipare alla serata inaugurale della discoteca Prince, per dimostrare ai calabresi originari di San Giorgio Morgeto residenti in Valle d’Aosta il suo appoggio elettorale. In cambio del favore, Prettico si impegna a donare parte dell’incasso alla parrocchia di San Giorgio Morgeto».
Riguardo a Marco Sorbara «l’ho incontrato a San Giorgio Morgeto, veniva a San Giorgio da sempre. Partecipava anche alla processione del 23 aprile», ha spiegato Sorrentino. Invece Antonio Raso veniva di solito «in estate, come tutti gli emigrati» ma poi «arrivò nel 2018 per la settimana santa, quando ci fu l’estrazione per portare la croce» e «toccò a lui». «Lo conosco come semplice parrocchiano, si è dimostrato sempre una persona gioviale e disponibile con tutti».
Ad Aosta si svolge il processo per gli imputati che hanno scelto il rito ordinario: Marco Sorbara, consigliere regionale sospeso, Monica Carcea, ex assessore comunale di Saint-Pierre – accusati di concorso esterno in associazione mafiosa – Nicola Prettico, consigliere comunale ad Aosta sospeso, Alessandro Giachino, dipendente del Casinò di Saint-Vincent e il ristoratore Antonio Raso, tutt’e tre accusati di essere membri del locale di ‘ndrangheta di Aosta.
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