«Ancora c’è tanto da fare. Siamo sulla strada giusta, stiamo facendo cose importanti e significative. Ma soprattutto c’è un dato che ci conforta: secondo un’indagine dell’Istat i calabresi sono i cittadini che più credono nella giustizia. Questa è la cosa più importante, a parte le indagini, ovviamente. Faremo ancora operazioni importanti, l’opinione pubblica può continuare ad avere fiducia in noi». Queste le parole del procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, intervistato a Uno Mattina, su Rai Uno, in seguito alla chiusura indagini della maxi-inchiesta “Rinascita-Scott” che vede indagate 479 persone legate alle cosche vibonesi.
Ma quanto resta granitica la struttura della ‘ndrangheta?
«Il dato prevalente – ha spiegato Gratteri – è che la ‘ndrangheta è una struttura patriarcale: due o tre famiglie patriarcali formano un’organizzazione detta “locale”. Questo è il punto di forza rispetto alle altre mafie, rispetto alle altre organizzazioni criminali nel mondo e questa caratteristica è un unicum».
Ad aprire l’intervista al procuratore di Catanzaro, un intervento della giornalista del Corriere della Calabria, Alessia Truzzolillo, che ha sottolineato la portata, non solo numerica, di “Rinascita- Scott”, un’inchiesta che «ha assestato un colpo devastante alla criminalità organizzata del Vibonese molto potente e radicata non solo in Calabria ma anche sul territorio nazionale e internazionale grazie ai grandi traffici di stupefacenti che opera con i cartelli Sudamericani e le criminalità albanese».
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