CORIGLIANO ROSSANO «Da oltre un mese la Regione Calabria, adeguandosi alle linee-guida stabilite dal cosiddetto Decreto Legge “Rilancio”, ha ordinato la ripresa dell’erogazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali. A tale precisa indicazione regionale, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza non ha ancora provveduto ad adeguare le strutture, affinché queste prestazioni possano riprendere in totale sicurezza, sia per l’utenza che per tutti gli operatori, siano essi amministrativi, tecnici o sanitari, delle stesse strutture pubbliche; l’incomprensibile inottemperanza è causa principale di gravi problemi per numerosi cittadini, ancora oggi privi di esami, screening, piani terapeutici».
È quanto affermano in una nota Giuseppe Guido, segretario generale, Vincenzo Casciaro, segretario generale Funzione pubblica e Francesco Spingola, segretario generale Spi, della Cgil Pollino Sibaritide Tirreno.
«Le importantissime attività di prevenzione e contenimento di patologie, bisognose di metodici, programmati ed irrinunciabili controlli, sono stati messe in forte discussione. In verità – proseguono i sindacalisti della Cgil – in provincia di Cosenza è la piena fruizione del diritto costituzionale alla salute, che oggu è messo in discussione. Il lockdown sanitario non può essere in alcun modo prolungato; accanto al rischio del contagio da coronavirus, che ha preoccupato tutti e ci ha obbligati a lunghi periodi di quarantena e di isolamento sociale, c’è ora da ripensare alla ordinaria attività ambulatoriale, alla ripresa delle valutazioni delle condizioni di ogni paziente interessato da piani terapeutici; c’è da riorganizzare quelle attività di controlli, esami, analisi, una prevenzione fatta bene, o di indagine su sintomatologie che, se trascurate, potrebbero evolvere in problemi ben più gravi».
A detta di Guido, Casciaro e Spingola, quattro «lunghissimi» mesi senza le ordinarie attività ambulatoriali «potrebbero consegnarci, nell’immediato futuro, un incremento di casi, che normalmente si possono prevenire o monitorare. Questo è il vero rischio! tutto a carico dell’utenza».
«Un danno incalcolabile – proseguono – che pagheranno gli indifesi cittadini, e di cui è causa la totale disorganizzazione ed inerzia dell’Asp di Cosenza. Non dimentichiamo, noi, anziani e pensionati al minimo, che non possono ricorrere al privato, ed hanno bisogno di strutture pubbliche sicure ed in piena attività. L’Azienda Sanitaria Provinciale deve provvedere immediatamente a ripristinare la regolarità della erogazione di tutte le prestazioni sanitarie, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza previsti; nessun cittadino deve essere esposto a rischio contagio. Per gli operatori, inoltre, dispositivi personali nonché attuazione di tutte le misure di protezione, anche e soprattutto negli uffici e agli sportelli ancora sprovvisti».
I sindacalisti della Cgil ricordano anche come mesi fa abbiano «denunciato la carenza di dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari, direttamente esposti al rischio del contagio da covid-19. Le nostre denunce hanno contribuito alla messa in sicurezza di tanti operatori dei 118, dei Pronto Soccorso, dei medici, degli infermieri, gli ausiliari chiamati a gestire in prima persona l’emergenza pandemica».
Ora è necessario strutturare il resto: «Dai Cup agli ambulatori, ciascuna attività sanitaria ospedaliera, territoriale o distrettuale, dovrà essere fornita di tutti i dispositivi di protezione, necessari a garantire agli operatori che la loro attività possa riprendere in piena sicurezza ed al più presto. Non c’è più tempo da perdere, se non si vuole ulteriormente mettere a rischio la salute dei cittadini». E per questo cgiederanno all’Asp e ai direttori di distretto «specifici incontri per la verifica dell’attuazione dei piani di riapertura degli ambulatori specialistici, nonché del rispetto dei protocolli di sicurezza per il contenimento del contagio da coronavirus. Qualora le riaperture dovessero ancora ingiustamente tardare – terminano Guido, Casciaro e Spingola – eserciteremo il nostro ruolo fino in fondo chiamando alla mobilitazione i lavoratori, i pensionati, i cittadini tutti; non mancheremo, infine, di segnalare il disservizio alle Autorità competenti, qualora dovesse rendersi necessario».
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